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Se il diavolo fosse meno nero di come ce lo raccontano?
Di Faust (del 13/01/2014 @ 16:49:32, in Parliamo di...)

Giugno 2011 settembre 2013,  il confronto tra queste due date, ricavate da Banca Italia ed altre autorevoli istituzioni, smentiscono chi tra Francoforte e Berlino (con qualche sodale italiano) in malafede vorrebbe trattare i Btp come i titoli dell’Argentina in “default”.

Gli italiani per primi ci hanno creduto facendo crescere lo stock dei titoli detenuti e compensando anche i 129 mld di titoli che gli investitori stranieri hanno ritenuto di abbandonare. Banca d’Italia, assicurazioni, banche italiane ed altri investitori hanno fatto fronte agli attacchi speculativi del 2011dimostrando che il nostro sistema finanziario è sano e minimamente paragonabile alla Grecia o al Portogallo.

Siamo in una situazione diversa da nazioni come Stati Uniti, Gran Bretagna, Irlanda,Olanda e Spagna il cui debito pubblico è cresciuto enormemente per salvare le banche nazionali.

A molti Paesi, con in testa la Germania, fece gioco nell’estate 2011 fare apparire l’Italia a rischio “default”, mentre il debito italico è cresciuto meno di quello tedesco ed è più sicuro di quello statunitense.

In piena crisi, nell’ultimo anno e mezzo, l’Italia ha realizzato una nazionalizzazione del debito pubblico di dimensioni importanti, sostenuto dalla ricchezza delle famiglie italiane che è pari a 2.775 mld  e comunque rimane 400 mld più basso di Germania e Francia.

Accanto a questo, eccellenti imprenditori, silenziosamente si sono ritagliati importanti fette di mercato in nuove specializzazioni tecnologiche: nell’automazione  meccanica, nei prodotti in metallo, negli articoli in gomma e plastica e nella raffinazione chimica-farmaceutica. Con risultati importanti che nel 2012 su 105 mld di surplus manifatturiero rappresentano il 70% del totale, rispetto 40% del 2000. Se non bastasse potremmo sempre far ricorso ad una ricerca della Fondazione Edison secondo la quale sui 5.500 prodotti, su cui si basa il commercio mondiale, in ben 1.400  beni l’Italia si piazza, per attivo commerciale, nei primi cinque posti, battendo l’osannata produzione teutonica.

Allora cosa manca per avere un aspetto meno nero di come spesso veniamo rappresentati?

Meno iperburocrazia, meno tassazione, tagliare gli sprechi nel settore pubblico (dovuti a politica e corruzione), avere una percezione di sé peggiore della realtà e un maggior entusiasmo che con determinazione porti questo Paese a prendere coscienza che siamo più affidabili della Germania e dei Paesi “periferici” che abbiamo contribuito a salvare.

        

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# 1
Bene, tradotto vorrebbe dire, meno burocrazia taglio di 400.000 impiegati amministrativi pubblici, taglio di 100.000 unità delle 9 polizie italiane, obbligare i 100.000 medici di base a lavorare tenendo aperti gli studi in associazione 24 ore su 24 ecc..........
Di  maradona  (inviato il 14/01/2014 @ 10:06:24)
# 2
Giusto e positivo, significa riorganizzare lo stato per permettere il taglio dei costi ed indirizzare diversamente le risorse. Se invece si pretende di tagliare i costi prima della riorganizzazione burocratica e normativa, succede quel che vediamo dappertutto: pazienti nei corridoi in ospedale per mancanza di medici, file mostruose negli uffici, tempi biblici per ogni adempimento, servizi scadenti o inesistenti. Il successo di qualsiasi impresa dipende da come si inizia
Di  Franco  (inviato il 15/01/2014 @ 12:39:08)
# 3
Era proprio quello il mio pensiero: recuperare risorse per indirizzarle a fini produttivi
Di  maradona  (inviato il 15/01/2014 @ 17:26:45)

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