La mancanza di una politica economica europea ha consentito che le attività produttive, dei singoli paesi, fossero aggredite da una concorrenza sleale fatta dalla Cina che, ricavandone ingenti risorse economiche, oggi le impiega comprando il debito degli Stati europei, cosi dopo l’economia gli stiamo consegnando anche l’indipendenza economica.
La crisi di Grecia e Irlanda, anche se con cause diverse e forse di Portogallo e Spagna ci obbligano a riflettere.
Se per un verso la trasparenza e il rispetto delle libertà sono una conquista delle democrazie, dall’altro dobbiamo accettare che ne rappresentino il tallone d’Achille al quale possiamo mettere rimedio solo governando responsabilmente nell’interesse della comunità e proponendoci positivamente nella condivisione delle problematiche.
La debolezza di una politica, basata sul discredito e il pettegolezzo, ormai fenomeno internazionale con l’entrata in scena di Wikileaks, sempre più assomiglia al “Grande Fratello” offrendo una rappresentazione di estrema precarietà della stabilità politica, deleteria per i mercati e che potrebbe innescare quella crisi che, oggi, se guardiamo i conti di questo Paese non c’è.
Sempre più si sente parlare di “Governo di responsabilità”.
E’ responsabile salire sui tetti e solidarizzare con i ricercatori che protestano per poi votare contro l’emendamento che avrebbe spostato parte delle risorse dal finanziamento dei partiti a costoro?
E’ responsabile chiedere le dimissioni del Presidente del Consiglio per soddisfare le aspettative della maggioranza dei segretari dei partiti anziché quelle degli elettori?
E’ responsabile valutare l’azione di un Governo per lo sputtanamento mediatico che si fa nel delegittimare chi lo guida?
Dalla notte dei tempi sempre storie di letto si sono intrecciate con il potere, Vespa ci ha fatto anche un libro, solo che la riservatezza e il valore che si dava ai temi in agenda del governo non accendevano la pruderie del grande publico, e non c’era l’auditel.
In Italia ormai ci hanno abituato che votare non vuol dire scegliere, specie se il risultato non è conforme alla volontà dei “Grandi Saggi”, così è stato per il finanziamento pubblico ai partiti, la responsabilità civile della magistratura ed adesso anche per il premier.
Se questa è la rappresentazione della politica, dove la coerenza e la responsabilità sono state esiliate, è naturale che sempre più persone scelgono il
“Non Voto”.