Dai giornali abbiamo appreso che è stata approvata una legge bipartisan per riportare in Italia i laureati under 40, che avendo maturato esperienze all’estero, se vogliono tornare in Italia a svolgere un lavoro da dipendente o da autonomi potranno contare su una riduzione delle tasse fino al 2013.
Bene, ma c’è da chiedersi abbiamo in questo momento un surplus di offerta nel mondo del lavoro tale da chiedere a nostri connazionali di rientrare per coprire la domanda ed evitare che si perdano quote di mercato? Oppure l’obiettivo è di attrarre eccellenze tecniche o scientifiche che possono tornare utili alla collettività? se così fosse nulla da eccepire, ma la legge si rivolge a tutti i laureati, Italiani e comunitari, che per un minimo cinque anni si trasferiscono in Italia dove potranno svolgere anche un’ attività autonoma.
Si ha la sensazione che anche in questo caso si continui a percorrere la vecchia strada: quella dei privilegi.
Ormai abbiamo preso coscienza che il sistema così come è non può reggere e quello che serve sono le riforme, impedite fino ad oggi dal potere delle corporazioni, per eliminare sprechi e ottimizzare le risorse; che senso ha creare nuovi privilegiati quando il problema è semmai di limitare se non addirittura eliminare quelli esistenti?
Un termine di forte attualità tra i giovani, che utilizzano i nuovi mezzi di comunicazione, è: condividere. Un’azione che implicita concetti come pari dignità, pari opportunità, pari responsabilità e su cui si può innestare quel motore che farebbe ripartire lo sviluppo e l’economia: la meritocrazia.
Non vi è certo condivisione quando si pagano meno tasse, si hanno gli sconti in treno o in aereo, si paga a prezzo simbolico il barbiere o il parrucchiere, si va al cinema o al teatro gratis
I giovani hanno bisogno di esempi credibili, di valori in cui credere e a dimostrarlo deve essere l’establishment del Paese.
Servono esempi positivi, progetti veri e condivisibili in grado di dare le giuste motivazioni per continuare a scommettere e a credere nel futuro dell’Italia.
L’alpino Matteo Miotto, morto l’ultimo dell’anno è certamente l’esempio di un giovane pulito che faceva in modo responsabile e consapevole (“..ogni metro potrebbe essere l’ultimo..”) quello in cui credeva e non certo per l’indennità che i militari percepiscono all’estero.
Non esiste motivazione più forte che il credere in una causa, in un progetto condiviso; ma chi si intesta la causa deve, con il suo operato, essere coerente nell’agire.
Le distonie allontanano. Ecco perché il meglio della nostra gioventù spesso decide di espatriare e sempre meno persone di qualità si avvicinano alla politica.
Sono interessato a tornare se non devo confrontarmi con privilegi, burocrazia, ingiustizie lentezze, esami truccati, valutazioni finte, raccomandazioni, giustizia negata, impunibilità, baronati, caste, conoscenze, disinformazione, nepotismo insomma tutto ciò che trasforma questo Paese che amiamo, in quello che più critichiamo.
Se questo è quello che chiediamo alla politica, i giovani devono prendere coscienza che l’altra faccia della medaglia comporta una preparazione seria, impegno nello studio, assunzione di responsabilità, misurarsi e dover competere, essere valutati non per quello che si è o per la tessera che si ha ma per quello che si sa, perchè non è, principalmente, un problema di soldi ma di credibilità!