Tafazzia
Di BlackCat (del 10/03/2011 @ 16:59:55, in Parliamo di...)
In periodo di riforme che stanno interessando la scuola, l’università, il federalismo e per ultima la “giustizia” c’è chi pensa da tempo, visto che si vuole mettere mano alla Costituzione, nel 150° della fondazione dell’Italia di cambiargli il nome in Tafazzia e quindi noi tutti ci dovremmo appellare tafazziani.
Da anni ci si esercita come poterci fare del male e allora giù a mettere in giro l’immagine peggiore del nostro Paese, qualcuno per farlo meglo si è spinto anche a comprare una pagina su un noto quotidiano straniero, il tutto al solo beneficio e con la speranza di portare a casa qualche mezzo punto di percentuale in più alle prossime elezioni.
Non è trascorso molto tempo da quando Benigni nella sua esegesi dell’inno italiano ha spiegato il significato di quelle parole: ….“Noi siamo da secoli calpesti, derisi, Perché non siam popolo, Perché siam divisi.” …… “Uniamoci, amiamoci, l’unione e l’amore Rivelano ai Popoli le vie del Signore;” sono parole che compongono l’inno che tra qualche giorno canteremo per celebrare l’anniversario della nascita dello Stato Italiano. Parole destinate ancora, dopo tanto tempo, a cadere nel vuoto.
Cantiamo il nostro inno come fosse una filastrocca, non condividendone lo spirito continuiamo ad essere l’un contro l’altro armati e non ci si riferisce alla sana critica costruttiva per il conseguimento del bene collettivo ma al pervasivo  supremo interesse del tornaconto personale.
Facciamo a gara, a differenza di quanto succede negli altri Paesi, nel buttarci fango addosso invece di cercare di mettere a fattor comune competenze, capacità, obiettivi. Eppure è quello che chiedono molti giovani, stanchi di essere straziati e ghettizzati da interessi ed ideologie usate come gabbie e non come confronto per una crescita collettiva.
Tutto il mondo sa della spazzatura a Napoli o delle avventure del nostro Premier ma quanti, anche tra di noi, sanno che il nuovo capo del Comitato economico e finanziario  della Commissione europea (Cef), vera regia dell’Ecofin, è il nostro Vittorio Grilli; oppure che Andrea Enria, altro italiano, è il nuovo capo dell’Authority delle banche europee, e ancora che la candidatura del nostro Governatore Mario Draghi prende quota per andare a presiedere la Banca centrale europea.
Naturalmente di tutto ciò nessuno parla: comprensibile che non lo facciano gli altri ma noi dovremmo accendere i riflettori su queste cose, esserne orgogliosi come quando all’estero visitando un museo troviamo esposto il quadro di un nostro connazionale.
Non sappiamo  valorizzare le eccellenze, promuovere gli esempi positivi perchè i giovani sappiano che è conveniente essere bravi, tutte cose che dovrebbero essere condivise e alla base del progetto: Nazione.
Il prossimo 17 marzo festeggiamo veramente “l’unità d’Italia” o semplicemente è l’anniversario dell’ufficializzazione del tricolore parcellizzato in cento campanili?