Asor Rosa ne ha “sparato” una delle sue quando ha invocato una specie di rivoluzione del palazzo che con l’intervento “dei carabinieri e della polizia di Stato” spazzasse via l’attuale governo e il regime “berlusconiano” e ciò ai fini di restituire “l’Italia alla sua più profonda vocazione democratica”. Risibile!
L’innalzarsi dell’antagonismo politico, che trova sfogo in eccessi verbali anziché nella solidità delle regole procedurali e dei ruoli istituzionali, sta deteriorando il processo democratico del Paese.
Questa continua spettacolarizzazione della politica non ha nulla a che fare con quanto era stato promesso con l’avvento della Seconda Repubblica: la fine del “teatrino della politica”.
La violenza delle parole, per bucare lo schermo o conquistarsi una prima pagina, ha delegittimato la politica e rischia di legittimare qualche squilibrato alla ricerca di un “posto sole”.
Intanto le aziende chiudono, sempre più famiglie scivolano verso l’indigenza, si allunga l’età dei giovani per entrare nel mondo del lavoro, la rabbia monta nel settore lavorativo, dove i sindacati, ormai, si occupano solo delle proprie rendite di posizione e nuovi movimenti spontanei nascono, dall’aggregazione delle partite IVA con i cassaintegrati agli allevatori, tutti intenzionati a tutelare da soli i propri interessi.
Dalla politica ci si aspettava fatti concreti, soluzioni efficienti, un passaggio netto dall’era dell’ideologie a quella del giudizio pratico; volevamo essere rappresentati da persone capaci e responsabili che, scelti e valutati dai cittadini, svolgessero il loro mandato come un servizio civico.
Auspicavamo una trasformazione della nostra Italia in un Paese più moderno, più efficiente, più equo e giusto, rispettoso dei valori della persona e delle sue libertà, ma sembra di sentire un vecchio amico al quale qualunque cosa dici lui ha il vezzo di risponderti: “si, ma il problema è un altro”.
Un vecchio detto recita : “ non c’è due senza tre” bene ci siamo: dopo Follini , Casini e Fini la trilogia è finita. Speriamo che anche gli impedimenti siano finiti e ci si possa rimboccare le maniche e cominciare a dare risposte vere.
Lo sciampo che fa ricrescere i capelli non ha funzionato, si dovrà ricorrere al trapianto?
Non lo sappiamo, certamente siamo ancora in presenza di un’ulteriore versione della teatralità della politica italiana.