Acqua chiara, acqua azzurra
Di zia Manu (del 20/06/2011 @ 13:13:21, in Parliamo di...)

Al di fuori da ogni presa di posizione, oltre ogni polemica o ideologia, parla chiaro il fatto che il popolo italiano abbia deciso, con volontà chiara ed inequivocabile, che l’acqua continui ad essere un bene pubblico: fornita quindi dai soliti enti erogatori, pagata a prezzi non soggetti all’arbitrio del capriccio privato.

Viene così evitata, almeno alla luce del sole, la possibilità di lucrarci sopra; cosa che purtroppo accade, sia pure nascostamente, negli angoli del nostro territorio in cui madre natura è più avara ed ingiusta, ripartendo in modo diseguale questa preziosa risorsa. Chi per pura casualità ne dispone in abbondanza, privilegiato dalla presenza di falde idriche sotto la sua terra, diventa un distributore profumatamente retribuito per coloro che, oltre i suoi confini, non saprebbero come irrigare altrimenti ortaggi e agrumeti. In questi casi, inutile dirlo, la speculazione privata spesso finisce col diventare una delle tante facce della malavita organizzata: vendere acqua più o meno come prestare ad usura.

D’altra parte è anche vero che una gestione privata onesta ed oculata avrebbe permesso almeno di limitare sprechi e perdite: dove c’è abbondanza di acqua pubblica, infatti, questa spesso si versa, si spreca, si butta. Pensiamo alle fontanelle perennemente aperte (i “nasoni”) nei parchi o lungo le vie: basterebbe un rubinetto per garantirne l’uso solo quando necessario, basterebbe una vaschetta di raccolta per offrire agli animali randagi la possibilità di dissetarsi anche quando l’acqua non esce. Pensiamo alla noncuranza con cui guardiamo di sfuggita i rigagnoli interminabili lungo le strade, le chiazze gocciolanti sui muri perimetrali dei giardini: magari sono perdite condominiali o private, ma sono pur sempre perdite.

E sfuggono ai nostri occhi (ma purtroppo ci sono) le fuoriuscite ben più cospicue dai tratti vetusti delle condotte idriche, o gli sprechi insensati riconducibili a mancanza di oculatezza e cattiva distribuzione.

L’acqua è un elemento indispensabile per la nostra vita: serve ad esistere, a bere, a dissetare e a far crescere ciò di cui ci nutriamo, a produrre ed a curare, a rendere pulita e sana la nostra vita; ed è bellezza e godimento, è anche materia d’arte. Proviamo a immaginare un mondo senza torrenti, fiumi, laghi; senza fontane e zampilli, senza pozzanghere ed aiuole fiorite; senza piscine in cui tuffarci d’estate e senza candidi tappeti nevosi su cui divertirci d’inverno. Non è un caso che i Paesi aridi ma dotati di grandi risorse finanziarie affrontino spese ingenti pur di offrire, negli spazi più prestigiosi, giochi d’acqua e distese verdeggianti come immagine di sé agli occhi di visitatori e turisti.

L’acqua è un bene per tutti, certo, è vero, è giusto; ma proprio per questo va custodita come un tesoro, ne va apprezzato il valore inestimabile e va difesa contro il degrado. Anche perché incidenti, calamità ed imprevisti di cui la storia umana non è mai stata priva oggi come ieri, ci insegnano che non esiste alcun tesoro che venga elargito in eterno.