Per cercare di iniziare a fare chiarezza nel marasma di cifre mai presentate empiricamente in quanto svelerebbero la realtà delle cose c’è un primo elemento da spiegare nei suoi duri termini il Debito Pubblico dell’Italia. E questo elemento ci serve, da un lato, per spiegarlo e diffonderlo e, dall’altro, perché anche qui c’è una grande casta trasversale e nascosta ma ben agguerrita che si serve del debito pubblico per fini propri di esistenza e per scaricare sempre e solo su altri le responsabilità.
Analizziamo i fatti servendoci di una tabella in cui, da un ricercatore su un indice ISTAT, sono stati riproporzionati i prezzi dal 1861 al 2011 per cui possiamo equiparare tutto ai prezzi correnti espressi in euro:
DEBITO PUBBLICO 1861 14,5 MILIARDI EURO
1917 100,00
1924 172,00
1942 192,00
1962 100,00
1970 200,00
1979 500,00
1983 600,00
1988 1.000,00
1992 1.300,00
2010 1.850,00
2011 1.940,00
Il Ministro Tremonti, anche su ,quest’ultima presentazione della legge finanziaria 2011, ha aperto col solito inciso la legge alla Camera ed al Senato: “………il debito pubblico, un mostro che viene dal nostro passato”. Ci permettiamo, sommessamente, di verificare a quanto ammontava, a valori costanti, nel 1992 all’uscita di scena della classe dirigente della prima repubblica, il debito pubblico: 1.300 miliardi di euro. Oggi, 2011, si assesta a ben 1.940 miliardi.
Per essere bipartisan e non essere accusati di faziosità di parte ricordiamo che dal 1979 al 1993 Ciampi era governatore della banca centrale italiana e durante il suo mandato il debito pubblico salì dal 62,40% al 118,40% ed in termini assoluti, come si può controllare dalla tabella su esposta, il debito era a quota 500 miliardi nel 1979 e nel 1993 aveva già superato i 1.300 miliardi.
Meditate gente, meditate.
Raffaele ROMANO
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