Se il gossip soppiantā l'economia...
E mentre Il Corriere e Repubblica escono con decine di pagine che riportano i verbali delle intercettazioni a Berlusconi e dintorni e sembrano, ormai, dei tabloid inglesi che puntano quasi esclusivamente al gossip pruriginoso gli altri fanno politica ed affari. Mi spiego: non è che si condividano le sconvenienze del nostro premier tutt’altro, ma bisogna cercare di non rimanere affogati con chi si vuole affogare. Per cui iniziamo a dare un’occhiata al mondo a noi più vicino: al Mediterraneo e dintorni per capire quello che sta realmente accadendo sulle nostre teste mentre i media italici si divertono coi gossip.
Prendiamo, tanto per iniziare, Cameron e Sarkozy che la scorsa settimana si sono recati in visita alla non ancora totalmente libera Libia. In qualche fugace e sommario articolo i due colossi dell’editoria italiana prima citati scrivevano, brevemente e con ingiustificata enfasi, della visita e quasi godevano della possibilità di riscossione in contratti miliardari per il gas ed il petrolio libici. Prima di tutto vorrei ricordare che l’Italia è al primo posto per l’interscambio commerciale con la Libia ed è parzialmente vero che erano andati lì, come i grandi liberatori, solo per il gas ed il petrolio. C’era anche quello sicuro, ma ciò che interessava di più al consorte francese di madame Carla era l’uranio. Infatti la società francese Areva possiede ben tre miniere tra il Ciad, il Niger e la Libia per l’estrazione di questo prezioso minerale che aiuta a mantenere ed alimentare le oltre 50 centrali elettro nucleari d’oltralpe. E mentre questi Signori vestendo i panni dei liberatori cominciano a buttare le nuove basi per i nuovi equilibri geopolitici e geo economici dell’intera regione mediterranea noi venivamo informati, senza nessun risparmio di intere pagine, sulle private sconvenienze di questo e di quella da parte dei maggiori quotidiani nazionali.
Un altro aspetto importante da non sottovalutare è la questione della Turchia alla quale il duo franco-tedesco ha sostanzialmente reso impossibile l’ingresso in Europa spostando, di volta in volta, sempre più in alto le condizioni per poter aderire all’UE. Se Francia e Germania non volevano l’ingresso della Turchia dovevano porre il veto chiaramente e non modificare, ad ogni obiettivo raggiunto da parte turca, il piano per l’accesso. Risultato: la Turchia va per conto proprio e fregiandosi di Paese musulmano moderato e laico ha aumentato la sua sfera di influenza dando vita ad un neo-ottomanesimo che sta ribaltando anch’essa equilibri geopolitici e geo economici in proprio favore attraverso una crescita economica interna molto forte e di un grande esercito da potenza militare medio grande. Il premier Erdogan ha preteso le scuse da Israele per l’assalto delle teste di cuoio israeliane alla flottiglia pacifista nei mesi scorsi. Ha intrapreso una forte azione con la Siria di Bashar el Assad, si è recato con sostanziosi aiuti al Cairo, a Tunisi, a Bengasi e Tripoli dove è stato accolto come un grande leader mondiale. Insomma, fa politica. E l’Italia sta lì a guardare e a fare gossip.
Raffaele ROMANO
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