La lettera della Commissione con le sue 39 domande poste come fa un professore quando interroga un alunno “furbetto”, hanno già ricevute le prime risposte dal Prof. Tremonti .
Lo stesso che qualche anno fa con il suo saggio “La paura e la speranza” aveva capito e anticipato quello che si stava profilando all’orizzonte. Con un’analisi sferzante metteva in luce quello che la globalizzazione si portava dietro: salari bassi, disoccupazione, crisi finanziaria e metteva in guardia sulla tempesta che stava arrivando.
Ciò in questi anni ha costituito un vanto nei consessi europei, un faro a cui l’economie degli altri partner ha guardato.
L’avanzo primario, nella spesa pubblica, che con la sua politica di tagli ha raggiunto, è il frutto di queste intuizioni. Ma tutto ciò non è bastato ad evitare che l’Italia entrasse nel gorgo della speculazione.
Quello che è mancato è stata la crescita, nonostante che a luglio il Premier uscente avesse annunciato imminente una sferzata all’economia e l'avvio delle liberalizzazioni. Ambedue le cose rimaste disattese.
Ed è così che siamo stati commissariati dall’Europa, pur essendo il terzo contribuente del “fondo salva Stati”.
Anche le nostre banche, che a seguito delle nuove regole di contabilizzazione emesse dall’Eba (autorità bancaria europea), con le quali impongono agli istituti di ricapitalizzare le loro riserve, se detengono titoli di debito sovrano come capitale, avranno nuove difficoltà a competere con le concorrenti straniere. Il risultato è che si avvantaggeranno le banche tedesche e francesi le quali potranno destinare la maggior raccolta del risparmio per concedere linee di credito ai loro imprenditori e a costi più bassi di quelli praticati nel nostro Paese.
Ora che a (Tre)monti abbiamo un solo Monti a parlare con l’Europa speriamo che le cose migliorino.
Vedremo, ma intanto restano in tutta questa vicenda degli aspetti oscuri che nessuno ci ha chiarito. Non si capisce come mai le cose che dovevamo fare le sapevano tutti, in luglio l’Europa le aveva anche scritte, perché non si è fatto nulla?
Come mai un tecnico come Tremonti che avendo previsto la crisi predispone misure sul fronte della spesa, blocca qualsiasi iniziativa per lo sviluppo? Come mai un Premier in disaccordo con il suo Ministro dell’economia, in presenza di un immobilismo ottuso non abbia proceduto alla sostituzione?
In questo gioco planetario, fatto di speculazioni e condizionamenti chi ne trae benefici?
E’ tutto come ci viene rappresentato o qualcuno sta facendo più di qualche parte in commedia?
I dubbi restano. Intanto, a noi tutti costeranno altri 25 miliardi di euro (se bastano), che è la nuova cifra da aggiungere ai 50 preventivati, per raggiungere il pareggio nel 2013.
Almeno che questa volta, volendo credere a quanto dichiarato dal Premier incaricato in tema di equità, prima di parlare di patrimoniale, prelievi e quant’altro si cominci a tassare i capitali scudati che tanto hanno contribuito per ridurci in questo stato.