I San Francesco della Politica
Di Lupoalfeo (del 06/03/2012 @ 07:59:20, in Parliamo di...)
L’entusiasmo segue sempre colui che promette di dare a questo Paese ciò che i cittadini aspettano ormai da tempo: la seconda liberazione.
Liberazione da tutte le caste, i privilegi, le vessazioni, i baronati, gli ordini professionali, la burocrazia, i monopoli e le disparità ormai incardinati in questo Paese.
Dopo l’effetto annuncio, se si scoprisse che ci hanno rifilato il famoso “sciampo che fa ricrescere i capelli”, magari sotto una nuova etichetta, ecco allora che il consenso comincerebbe a scendere e l’avvilimento prenderebbe il sopravvento.
Stando alle voci sempre più insistenti, sembrerebbe che sono sempre più, coloro che iniziano a porsi delle domande come: perché mai un amministratore di uno dei primi gruppi bancari rinuncia ad una posizione con relativa retribuzione per andare a fare il ministro a un quinto di quello che era il suo stipendio? Non può mettersi nemmeno in aspettativa e dunque?
Più comprensibile la posizione del grosso penalista che annovera tra i suoi clienti nomi come quelli di Caltagirone, Prodi, ENI, Telecom, ENI, Fininvest, se scegli per un periodo di fare il ministro non chiude lo studio, che anzi continua a lavorare con i collaboratori, ma per un periodo si va ad occupare di qualcosa che in futuro potrebbe tornarle utile. E pazienza se nell’immediato dovrà rimetterci qualche parcella, ci sarà tempo per recuperare.
L’Italia terra di santi ed eroi scopre i nuovi San Francesco, che spogliandosi di posizioni comode hanno abbracciato la più modesta condizione politica di ministri del Paese. Si resta ammirati in presenza di tanto altruismo austero dopo anni di personalismi lussuriosi
 Ma forse stiamo riportando “rumors”  di chi pensa male degli altri e qualche volta non ci “azzecca”.
Un fatto è certo, la situazione era degenerata a tal punto che una visita di Confalonieri e del figlio hanno fatto cambiare idea al Presidente Berlusconi sulle sue dimissioni. La questione non era più solo politica perché grossi interessi commerciali e finanziari rischiavano di saltare. Era diventato improcrastinabile ridare fiducia e credibilità ma soprattutto garanzie a quel mondo che non appare ma che governa tutto: l’alta finanza. Quindi più che normale: se la lotta si fa dura, sono i duri a scendere in campo; e chi se non qualcuno che di quel mondo ne ha fatto parte ed è disposto a metterci la faccia?
Presto capiremo se è sola filantropia o c’è dell’altro.