Le considerazioni che si possono fare sulla Rai sono tante ed infinite.
Si potrebbe parlare della qualità che non esiste più, della volgarità che abbonda sempre più, della strumentalità presente in ogni minuto di trasmissione, dell’ingovernabilità di questa società pubblica, dell’inaffidabilità presente in ogni dove e, per noi cittadini vessati, della ridicola pubblicità per invogliare o costringere il cittadino all’abbonamento. Un messaggio pubblicitario di sé stessa che, da un lato, valorizza il suo piccolo costo e, dall’altro, minaccia il cittadino tele utente che il canone è una tassa e va pagata da tutti.
Lasciando perdere gli aspetti giuridici su cui valutare la trasformazione del canone in tassa governativa un potenziale cliente, così dovrebbe essere definito e trattato il pagatore della tassa sulla tv, guardando i conti noti di questo mastodonte si accorge che è un elefante che procaccia ad amici e ad amici degli amici il lavoro.
Prendiamo, così a caso, il totale dei dipendenti sono la bellezza 11.500, di cui 1.600 giornalisti a tempo indeterminato e 800 in precariato mediatico. Tutti gli 11.500 (bilancio 2010 ndr) costano più di 1 miliardo di euro l’anno.
La prima domanda che sorge spontanea è: come si entra a fare il giornalista o diventare giornalista alla Rai? Potremmo chiederlo, per esempio, a Stefano Ziantoni, Manuela De Luca, Roberta Rizzo, Silvio Giulietti, Roberta Badaloni, Luisella Costamagna, Natalia Augias oppure a Bianca Berlinguer che, presi così a caso fra i nomi ed i volti noti dell’azienda di Stato, ci potrebbero illuminare tutti.
E, sempre a loro, vorremmo poter chiedere: ma cosa fanno i circa 2.400 giornalisti a libro paga dei contribuenti? Come passano le loro giornate? E come mai la loro quasi totalità ha un grado come inviato, capo redattore, vice capo redattore, capo servizio e vice capo servizio?
E a proposito degli inviati che, secondo l’italico vocabolario vorrebbe dire di qualcuno che è stato inviato da qualche parte, dove è stato inviato Franco Di Mare che ogni mattina, mentre facciamo colazione, ci legge il gobbo posto dietro alle telecamere? Forse da casa sua a Saxa Rubra? Per chi non lo sapesse Saxa Rubra è un quartiere di Roma dove sorge la Rai.
Per non parlare, poi, dei tantissimi giornalisti scritturati all’esterno dei 2.400 per condurre le varie trasmissioni che trattano di tutto e di più. Tanto paga il tele utente!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!