I Vizi Capitali
Di Maradona (del 24/04/2012 @ 08:57:15, in Parliamo di...)
La cultura del sospetto è stata e, purtroppo, ancora è quella miscela esplosiva nata, sviluppatasi e ramificatasi come una vera metastasi in ogni cellula vivente del Paese negli ultimi 25 anni. Essa agisce come capacità strisciante ed insinuante che travalica i fatti per quello che sono, fino ad eliminarne la ragion d’essere, cioè la loro stessa essenza.
Qualche esempio potrà chiarire a che livelli di inciviltà ci ha portati. Chi non ricorda gli inviti mediatici, fatti da notissimi ed autorevoli rappresentanti di alcune pubbliche istituzioni, a denunciare anonimamente qualsiasi sospetto da parte dei cittadini? Questa triste, barbarica e medioevale pratica non può, in alcun modo, essere la base del diritto, bensì è il fondamento della barbarie. E così è stato!
La cultura ideologica che, per dirla chiaramente, significa: la mia parte (politica) è perfetta ed immune da ogni peccato mentre la tua, l’altra la diversa dalla propria, è il buco nero di tutti i mali dell’universo. Null’altro  che il più becero dei concetti che stanno alla base di tutti i peggiori fondamentalismi religiosi.
La cultura dietrologica si incastra perfettamente con le altre due prima citate quasi a formare un perfetto triangolo delle Bermude dal quale non si esce. Essa intravede sempre un’ansa nascosta che, spesso, non esiste e dove ripone i peggiori semi del sospetto e li fa diventare fatti reali.
Questo cocktail micidiale ha completamente avvelenato la nostra aria ed ha generato un male endemico di cui non riusciamo più a liberarci: il giustizialismo. A sua volta esso ha determinato quella forma paranoica e perversa della cosiddetta giustizia emergenziale che impone di adottare provvedimenti legislativi aberranti che attaccano e diminuiscono sempre più i diritti civili, economici e sociali dell'individuo. Per potersi sviluppare e crescere tutta questa fenomenologia del terrore ha un esasperato bisogno di quella che è chiamata giustizia mediatica. Infatti solo con essa si riesce a condannare prima di qualsiasi sentenza giudiziaria. Il perfetto tritacarne nel quale e dal quale non si salva nessuno, neppure dopo l’assoluzione che interviene a lustri di distanza.