Un politico smaliziato e di lungo corso DC, un senatore esperto professore giuslavorista PD, si interrogano sulla crisi finanziaria e recessiva in corso.
Il periodo pasquale spinge alla contrizione per il male commesso in passato ed ecco riaffiorare alla mente il peccato originale: “il compromesso storico”. Da quel momento inizia la formazione del debito pubblico. E allora giù con le analisi, le domande ovviamente attualizzandole alle misure prese dal governo Monti e sui loro effetti.
Il vezzo italico di rispondere per partito preso, mentre occorrerebbe, anche nella politica sociale, adottare il metodo sperimentale della chimica farmaceutica; vedere se il farmaco è in grado di produrre effetti benefici.
Ieri la spesa pubblica ha rappresentato il lubrificante del processo di crescita economica del Paese (affermano) e notano altresì : “ Ora questa ricetta non può essere utilizzata per la necessità di contenere il livello elevatissimo del debito pubblico italiano”.
Mi permetto di osservare che nulla dicono, Guzzetti e Ichino, sulle cause di tale disastrosa situazione: atto di dolore, si, ma niente confiteor per evitare il “mea culpa”.
Tornando ad oggi osservano, e si può concordare, che….. “il dibattito sulle riforme si blocca su questioni di principi e pregiudizi di carattere ideologico…. trascurando la possibilità di avviare sperimentazioni”.
Udite, udite “..i processi di riforma non sono valutati con sistematicità e con metodi inoppugnabili; cosi si spreca l’opportunità di capire meglio ciò che funziona e ciò che non funziona”. Ed ancora “ le informazioni prodotte si fatica ad utilizzarle perché vengono occultate al dibattito pubblico”. Ecco una spiegazione della lotta feroce che in questi giorni si sta consumando sulla RAI-TV. E’ sull’informazione che si gioca la partita, sui dati forniti e quelli omessi; ecco quindi Bonanni, al rimorchio di Bagnasco, dimenticare che se è vero che i lavoratori non sono un “prodotto” è altrettanto vero che sono componenti dei costi d’impresa che incidono sulla competitività sul mercato mondiale e spingono alla delocalizzazione verso sistemi normativi e fiscali più favorevoli.
Mentre la Camusso rincorre Landi e Di Pietro rincorre la Camusso costei chiede la tassazione per gli imprenditori cattivi che sono andati a fare utili in altri Paesi dove si premia chi lavora e si rampogna chi arma dissidi e/o batte la fiacca.
Conclusione: Fondazione Corriere della Sera, Fondazione Cariplo e Fondazione Giuseppe Pera adottano la soluzione italiana, “facciamo un convegno”.
E in Parlamento? Alziamo le barricate!
Muoiano i filistei (italiani) pur di far fuori l’odiato Sansone Mario Monti.
Il ministro Fornero già va a dormire nella caserma dei carabinieri, proprio come il prefetto Dalla Chiesa. Ricordate?