Il 16 marzo 1993 Luca Leoni Orsenigo, deputato della Lega Nord, spalleggiato dal capogruppo Formentini sventolò nell’aula di Montecitorio alla Camera un cappio, nell’esplicito riferimento alla forca per l’intera classe dirigente della prima Repubblica.
Oggi potremmo dire che dal cappio in mano si è passati al cappio al collo della Lega Nord.
La capitolazione politica e personale di Umberto Bossi, quale sommo sacerdote officiante fra il 1992 ed il 1994, del ruolo di ripulitore del sistema dei partiti corrotti siamo giunti al 2012 dove caviale, diplomi scolastici, spese sanitarie, Porsche, badanti, multe, ristrutturazioni, assicurazioni e quant’altro fanno da degno corollario alla fine ingloriosa dell’ultimo baluardo della seconda repubblica. E, per la legge del contrappasso, scivola in modo fragoroso sul denaro che li aveva portati, indegnamente, a rappresentare il popolo.
Il sistema di finanziamento pubblico ai partiti era stato abrogato per referendum e, così, i Signori della seconda repubblica avevano escogitato e caricato sulle spalle dei cittadini e dei contribuenti una nuova forma di finanziamento: quello del rimborso per le elezioni. Il risultato finale è stato quello di passare nelle loro casse qualcosa come 2 miliardi e mezzo di euro in 20 anni. Il fenomeno è letteralmente scoppiato loro fra le mani portando all’onore delle cronache prima il tesoriere della defunta Margherita, Lusi, e Belsito quale tesoriere della Lega Nord.
A questo punto incombe una sola drastica decisione da parte di tutti loro: restituire l’eccedenza di cassa fra spese elettorali effettivamente riscontrabili ed introiti percepiti!