L'incolmabile differenza
Di Maradona (del 10/05/2012 @ 07:34:13, in Parliamo di...)
In Francia come in Germania ha vinto la politica, quella che noi non abbiamo più da troppi anni.
E’ bastato minacciare in campagna elettorale, da parte del socialista Hollande, la volontà di voler  rivedere la politica di rigore europea con forti innesti di politica di sviluppo e di crescita che la Merkel ha iniziato ad acconciarsi alla bisogna. Ciò dimostra, ancora una volta, che i tecnici possono essere un valido strumento nelle mani dei politici, ma poi la politica deve avere la dimensione e la forma mentis per andare oltre l’ostacolo tecnico. Valga per tutti un solo grande esempio: la riunificazione tedesca. Helmut Kohl, grande statista, contro tutte le giuste e tecnicamente esatte previsioni negative sulla parificazione del cambio fra il marco occidentale e quello orientale superò, con grande visione politica, le difficoltà e diede ai suoi nuovi concittadini dell’est un valore altissimo alla loro moneta che era vicina allo zero nel 1990. Fece questa scelta perché non poteva consentire che una grande nazione avesse due economie e, addirittura, due valute.
Che la situazione europea, nel suo complesso, sia stata quasi uccisa dalle folli preoccupazioni della Merkel è sotto gli occhi di tutti. La sola politica di rigore dei bilanci pubblici sta falcidiando l’intero continente e solo una visione politica vera che getta lo sguardo oltre l’ostacolo può fargliela superare. La cancelliera ha imposto a degli spauriti leader europei una quantità di medicine tali che stanno ammazzando il cavallo che non beve più. Chi guida un Paese deve avere una grande visione d’insieme e non può essere solo lo scolaretto che esegue i compiti in attesa che la maestra gli dica che è stato bravo. Hollande che fa parte di una grande e storica famiglia politica ha condizionato prima in campagna elettorale ed ora come Presidente l’Unione europea.
Ed allora diamo fiato alle trombe, come diceva il grande Mike Bongiorno, e vediamo di contribuire a dar corpo a questa nuova aria che può spirare sul vecchio continente. Stiamo ripetendo gli stessi errori che si fecero all’indomani della crisi del 1929 ovvero pensare solo ai conti degli Stati mentre ci vorrebbe un new deal come quello che instaurò dal 1933 Rooswelt che rilanciò l’economia americana. Ciò  non vuol assolutamente dire che bisogna abbandonare il rigore che darebbe la stura agli sperperatori di danaro pubblico, bensì accompagnarlo con alcune decisioni risolutive come quelle di emettere bond per grandi infrastrutture, stampare moneta e far assumere alla BCE il ruolo di ultimo garante del debito degli Stati.
E, per evidenziare ancor più, l’enorme differenza che ci separa da tutti i Paesi dell’UE basta guardare a quello che è successo l’8 maggio a Parigi dove Sarkozy, ancora Presidente in carica, ha invitato a partecipare all’anniversario della vittoria della seconda guerra mondiale il suo rivale Hollande, ancora non in carica. L’immagine di questi due uomini così diversi e agli antipodi della politica hanno rappresentato l’unità nazionale, quella vera, che a fronte di un risultato del 52% vincente sul 48% è lì davanti al proprio popolo ad indicare la continuità e l’accettazione del verdetto. Come al solito le nostre tv ed i nostri giornali non ne davano evidenza impicciate ad enfatizzare il fenomeno mass mediatico di Grillo e dei grillini che non si lasceranno strumentalizzare dai nostri presunti mass media. In Italia, chiunque avesse vinto avrebbe iniziato a screditare l’altro per demolire l’avversario: questa è la vera e fondamentale differenza, essere una nazione vera e compatta. Vive la France!
Ed invece assistiamo a polemiche anche da parte di Napolitano che finge di non riconoscere il boom elettorale di Grillo commettendo, a nostro parere, due errori politici: primo quello di entrare in un campo, quello politico, che non gli compete perché egli rappresenta tutto il Paese e secondo perché Grillo non è la causa, bensì l’effetto di questi presunti partiti che ci hanno governato negli ultimi 20 anni.