Il mal di denti della politica comincia a far vedere le stelle: il “grillo parlante” è l’ultima novità della politica, cosi dopo 20 anni di governi-cicala la politica della lesina con la formica Monti al posto di Quintino Sella, fa discutere.
Ma trattasi di un percorso obbligato a cui il Presidente del Consiglio ha dato una bussola in due tempi: nel primo tornare ad essere credibile come Italia per poi, nel secondo, spronare i partner sulla strategia della crescita senza intaccare l’equilibrio dei bilanci pubblici, risanati o in via di risanamento.
Diverse possono essere le lenti per dare una lettura all’attuale azione ma certamente due prevalgono su tutte: quella politica e quella economica; entriamo per ora nelle novità politiche.
La proposta viene dall’aspirante Presidente della Repubblica Massimo D’Alema, che, come è tradizione (dettata dal quorum necessario), propone un nuovo e sempre verde compromesso storico –
Per gentile concessione del PD, che si candida a fare da perno, ci sarebbero i moderati riformisti e i laici cattolici, insieme, a fare corona per il bene dell’Italia con l’obiettivo di dar vita a un governo democratico-parlamentare (di eletti) che ridetermini condizioni di equità e di equilibrio dei conti pubblici.
A sostegno di questa sua ipotesi cita, come esempi, le giunte comunali e provinciali (sinistra- UDC) presenti nella sua regione: la Puglia.
Ovviamente non da alcuna importanza alla differenza di ruoli tra governi comunali, provinciali e governo nazionale, quale elemento differenziante tra elezioni amministrative ed elezioni politiche.
La strategia è evidente, se si da il giusto peso ad alcune affermazioni di dettaglio: il PDL non paga in negativo il sostegno a Monti ma alla precedente politica di Berlusconi; è deplorevole il tentativo di indirizzare lo scontento verso Monti; è vero che dopo le politiche si porrà il tema del governo del Paese, “che non potrà che avere – e non come fuoriuscita di emergenza bensì come soluzione obbligata- un Governo di tipo tecnico.”
Conclude auspicando un incontro collaborativo tra le forze eredi delle grandi tradizioni democratiche del Paese, il cui cardine è il PD.
Intervista conclusa con le 5 stelle di generalissimo sulle sue spalline e la conseguente auto candidatura a Presidente della Repubblica.
Prima che tutto ciò si realizzi serve forse una legge elettorale alla francese: doppio turno e scelta obbligata al secondo, così non scappano i “satelliti” sparsi e ribelli.
Buon 2013 a tutti!