Gasolio o carbone?
Di Maradona (del 30/05/2012 @ 16:19:50, in Parliamo di...)
Occorrerebbe avere una giustizia giusta che in Italia non c’è in tutti i suoi settori: civile, penale ed amministrativo. Eliminare i tanti tribunali inutili che non servono ai poveri clienti ma, quasi esclusivamente, alle esigenze di avvocati, magistrati, pubblici ministeri ed impiegati vari. Certezza della pena eliminando le immense distorsioni provocate della legge Gozzini che difende i troppi Caini e non protegge gli infiniti Abele che vengono sacrificati sull'altare di uno scorretto politicamente corretto.
La certezza della pena in Italia è una chimera, ormai. I troppi tribunali, la confusione fra Giudici e Pubblici Ministeri alimentano la mancanza di funzionalità ma, ora più che mai, dimostrano il totale fallimento del comparto giustizia in cui l'infinito sfiancamento temporale, la cavillosità e l'imperizia regnano sovrani: laddove i tanti Abele che difendono le loro donne o muoiono uccisi perché investiti da ubriachi o drogati oppure vengono incriminati addirittura di omicidio volontario per eccesso di legittima difesa. Urge, prima di ogni cosa, riformare totalmente la giustizia perché dalla sua corretta applicazione dipendono le sorti economiche del Paese e la certezza della pena che non c'è più da decenni. La pietra angolare di questa esiziale riforma passa, senza ombra di dubbio, dalla divisione dei compiti e delle funzioni fra Magistrati e PM, laddove il Giudice deve essere terzo ed il PM tornare ad essere l'avvocato dell'accusa, così come si usa in tutti i Paesi civili e così come voleva il buon Giovani Falcone.
Faremo qualche esempio per dimostrare l’insensatezza e le illogicità a cui ci ha portato questo trano universo di dipendenti pubblici irresponsabili di tutti i propri atti. Strage semplice o strage a scopo terroristico? Questo l’atroce dilemma in cui si sono scontrati la procura di Brindisi e la DDA di Lecce in merito all’attentato alla scuola dove è morta la povera Melissa Bassi. Alle sei del mattino arrestano i calciatori Stefano Mauri e Omar Milanetto  le tv stanno sotto casa per riprendere le fasi della cattura. Addirittura la sera prima, alle otto, il tg 5 dà l’anticipo della notizia.
Chi li avverte costoro? E’ mai stata fatta un’indagine e condannato qualcuno per queste fughe mirate di notizie?
Che dire, poi, dell’immensità di tempo e di denaro che si sprecano in procedimenti nei quali la logica e la razionalità non esistono. Dove la forma sovrasta totalmente e completamente la sostanza. Casi del genere sono migliaia ma ci piace citarne l’ultimo che è veramente emblematico:
 
1)      nel maggio del 2005 l’ENEL avvia il procedimento per ottenere le varie autorizzazioni per convertire la centrale di Porto Tolle da olio a carbone;
2)      nel luglio del 2009, dopo ben quattro anni, il dicastero dell’Ambiente dà parere favorevole a questa trasformazione;
3)      nell’ottobre del 2009 il Wwf, Greenpeace e Italia Nostra fanno ricorso al TAR per annullare il decreto favorevole del Ministero;
4)      nel giugno del 2010 il TAR respinge in toto il ricorso e tutte le argomentazioni addotte;
5)      nel luglio del 2010 si tiene la Conferenza dei Servizi in cui tutti gli enti presenti e coinvolti danno l’ok al progetto dell’ENEL;
6)      nel maggio del 2011 il Consiglio di Stato accoglie il ricorso in appello presentato dalle associazioni ambientaliste e ed annulla sia il decreto dell’Ambiente e sia la conseguente autorizzazione del Ministero dello Sviluppo;
7)      nell’estate del 2011 la regione Veneto modifica con apposita norma l’uso del carbone;
8)      nell’ottobre del 2011 il ministero dell’Ambiente chiede al Consiglio di Stato, a seguito della nuova norma regionale, se può tenerla in considerazione;
9)      il 23 maggio 2012 arriva il gran finale: la sesta sezione del Consiglio di Stato boccia definitivamente il progetto dell’Enel di utilizzo del carbone nella suddetta centrale a gasolio.
 
Senza voler entrare assolutamente nel merito della questione gasolio o carbone, ci permettiamo semplicemente di chiederci perché sette anni? Perché tanto tempo e tanti costi sulle spalle dei contribuenti?