In questa crisi globale che per l’Italia è crisi innanzitutto dell’eurozona, i Paesi più vicini al Mediterraneo risultano essere quelli che la percepiscono più intensamente per la carenza politica che ne è la vera causa aggravante dello sconvolgimento globale.
Gli interessi particolari di Francia e Germania, che conducono le danze nell’eurozona, oscurano la visione d’insieme che è la sola a poter dare una spinta decisiva non solo e non tanto per l’uscita dalla crisi, quanto per l’inversione di rotta a quelle carenze strutturali di natura politico-istituzionali che ne rappresentano la causa profonda.
Lo scorso giugno Oscar Giannino ammoniva circa il “tempo scaduto” per una più intensa unione politica dell’Europa, in grado di adottare strumenti salvifici comuni ma ancor di più norme che regolino i mercati condizionando a monte i debiti domestici e le disparità degli interessi sui debiti.
Quanti dall’Inghilterra, Francia e Germania rampognavano l’Italia, l’aprile scorso, glissavano su alcuni numeri che sono invece da richiamare.-
Per il FMI nel triennio 2011-2013 il nostro Paese avrà il più alto avanzo primario (ovvero al netto dei tassi d’interesse) nel novero dell’economie più avanzate; secondo i dati di Eurostat il debito pubblico procapite è cresciuto in Olanda sino a 1.381 euro, in Francia fino a 1.875 euro, in Spagna fino a 1.947 euro, in Grecia fino a 2.300 euro per non parlare dell’Irlanda dove ha raggiunto i 5.580 euro, senza dimentica la Gran Bretagna con i suoi 2.034 sterline per abitante.
Attualmente una concordanza politica è completamente assente, ciascun membro dell’unione più che perseguire il progetto comune con un accordo per la crescita e gli investimenti, come auspicava un anno fa Quadro Curzio, si preoccupa delle problematiche interne che potrebbero avere risvolti negativi agli appuntamenti elettorali. Cosi se la Grecia è diventato un Paese di poveri per l’egoismo di qualcuno, poco importa alla Merkel concentrata sul responso elettorale del prossimo autunno.
Non sono dunque Francia,Germania ed Inghilterra che possono darci lezioni di economia, stante i vantaggi da loro ottenuti in questi circa dieci anni di “euro”. Le politiche attuate in ordine sparso in campi assai condizionanti per lo sviluppo e la crescita quali: politica energetica ( in questa rientra il grande business con finanziamento europeo dei pannelli solari la cui tecnologia è tedesca e cinese) , la geopolitica diplomatica e militare, import –export con le aree commerciali extra comunitarie.
Il progetto “Europa Unita” concepito da statisti, rischia dunque di affondare per una conduzione fatta da borgomastri.