Qualche giorno dopo aver visto la maggior parte dei partiti recarsi in pellegrinaggio al Quirinale (moderna Canossa), quello che duramente e con equilibrio ha detto il rieletto Presidente della Repubblica è già nel dimenticatoio.
Alcuni degli uomini responsabili che ancora pensano di dover difendere una dignità personale ed accademica, nonché rivendicare una onestà intellettuale,non si tirano indietro e dichiarano che il modello “marcia su Roma” non è quello che potremmo definire “democratico”; la rielezione di Napolitano non è un “vulnus” alla Costituzione quindi è fuori luogo parlare di “golpe” o “golpetto”.
Se in altri Paesi, e tra quelli europei possiamo menzionare Germania e Inghilterra, le straordinarie emergenze critiche si combattono con Governi di coalizione che, per amor di Patria, trovano un minimo denominatore, non si capisce perché non lo si possa fare in Italia?
Nessuno chiede all’altro abiure bensì soltanto l’abbandono dell’ossessione dell’inciucio e tutt’al più la non condivisione del teorema di Lucia Annunziata sull’indegnità.
Se invece per questi meriti, la stessa, diventasse la prima donna eletta alla segreteria del PD, allora si che dovremmo seriamente preoccuparci e cominciare a considerare l’espatrio un’opzione. Lei già è stata nella Russia post-bellica e forse ne è rimasta irretita.
L’incarico dato (subito) al vicesegretario del PD Enrico Letta, ha già scatenato un certo revanscismo di una consistente parte di quel partito. La contestazione a Fraceschini altro non è che il risultato di quanti, da Civati alla Puppato, con le loro dichiarazioni alimentano quel perdurare di perenne contrasto che di “Onorevole” della Repubblica ha molto poco. Dichiarare in TV che diventa un caso di coscienza votare un Governo di salvezza Nazionale nonostante Letta sostiene che, come al tempo delle larghe intese fece Giulio Andreotti, questo sarebbe un “Governo di servizio” per l’Italia, significa continuare ad avere come priorità il proprio tornaconto piuttosto che quello dei cittadini che ci si è impegnati a rappresentare.
Avanzare preclusioni nei confronti di alcuni nomi, prima ancora di concordare un programma di governo, tradisce i retro pensieri e gli interessi che si vogliono tutelare. Sospetta è infatti l’alzata di scudi contro la Gelmini la cui colpa è di essere contro gli sprechi e contro l’uso dell’impiego pubblico quale ammortizzatore sociale, specialmente nel campo strategico della scuola, dell’università e della ricerca.
In uguale misura la pretesa che tutti i punti avanzati in campagna elettorale, a partire dalla restituzine dell'IMU, vengano portati avanti da futuro Governo significa andare alla trattativa con la pistola sul tavolo.
Se questi sono i presupposti, possiamo immaginare che il mestare dei falchi, dei due schieramenti, presto ci porteranno alle urne e un’ altra occasione andrà persa.