Fin dal primo atto con la scelta di quel nome: Francesco, ci preannunciava tutta la sobrietà di quel pontificato che stava per iniziare. Il suo presentarsi al mondo con quel “fratelli e sorelle , buonasera” anticipava una visione di Chiesa che ancora non si conosceva.
Una radicale revisione nei ruoli e nei rapporti. Ha iniziando chiedendo agli astanti che intercedessero con la preghiera a Dio perché lo benedicesse prima che lui dispensasse la benedizione “Urbi et Orbi”. Una radicale rivisitazione di ruoli e rapporti, fatta di servizio e comunione. Una lettura di uguaglianza nella concelebrazione che chiama tutta la Chiesa dove tutti sono membra attive e vive. Certo con ruoli diversi ma tutti ugualmente importanti agli occhi del Maestro. Una Chiesa che scende, per stare in mezzo ai suoi fedeli cioè a coloro che la costituiscono.
Gli atti che si sono susseguiti, improntati allo stile iniziale, hanno incantato un po’ tutti, a prescindere della fede manifestata o praticata perché a tutti laicamente si rivolgevano.
Dopo il periodo dedicato alla “presentazione” per papa Bergoglio è iniziato il suo magistero con le delle omelie nelle quali ha cominciato a tracciare il nuovo sentiero su cui doveva incamminarsi la Chiesa. Dalla attività pastorale dei sacerdoti a come risolvere il problema della comunione ai divorziati, per venire ai nostri giorni dove si intravede già la “spending review” che seguirà. Ha iniziato con lo IOR, la tanto discussa banca del Vaticano, chiedendo la lista dei correntisti e sostenendo che l’’istituto “è necessario fino ad un certo punto”.
La sua è una profonda azione riformatrice che porterà una Chiesa secolarizzata al passo con tempi. Il suo dire è sempre riscontrato dai comportamenti, destinato a sovvertire un vecchio detto, tale da poter dire in futuro “predica come razzola”. Tutto questo la gente lo ha capito ed è pronta a seguirlo, ne sono testimonianza le presenze che si continuano a registrare alle udienze. Il carisma che sprigiona è dato dalla sua credibilità (siamo pronti a scommettere che al prossimo sondaggio sulla fiducia sarà al 1° posto), in un mondo in cui il tornaconto è fattore dominante.
Questo papato sarà scomodo per molti. Dopo la Chiesa toccherà a chi guida le sorti dei Paesi perché parlerà alle loro coscienze dall’alto della sua coerenza.
Non vogliamo mischiare il sacro con il profano ma non sarebbe male se anche i nostri cari politici, in una società ormai delusa, sofferente, ingannata, stuprata e abbandonata a se stessa, attingessero da papa Bergoglio, iniziando dagli aspetti comportamentali. In quest’ottica è stata apprezzata la modalità con cui si è presentato al Quirinale, Enrico Letta alla guida della sua monovolume per ricevere il mandato. Stesso apprezzamento per la delegazione di Scelta Civica che è uscita, dal Quirinale, a piedi e senza scorta.
Certo la sobrietà non è tutto, ma aiuta.