In due nostri precedenti articoli dal titolo: “Fai come ti dico e non come faccio”, “Il principio di reciprocità” ovvero quello che vale per me vale anche per te cercavamo di dimostrare che taluni, spesso giornalisti comei due imperturbabili ed arcinoti fustigatori della morale pubblica, applicano questi principi soltanto quando si rivolgono agli altri ma, a volte, tendono a dimenticarli nell’applicarli a se stessi. A tal riguardo riportiamo quello che spesso viene taciuto o, al massimo, passato in un modo così defilato che nessuno se ne accorge.
Il 26 giugno del 2012 la giornalista Maria Teresa Conti sul sito del Giornale.it scriveva che “a raccontare l’intreccio parentale che rischia di far arrossire i paladini dell’anti casta è proprio Dagospia. Il sito di D’Agostino, prendendo spunto da un articolo del Fatto Quotidiano che fa le pulci ai collaboratori del sottosegretario, scrive: “Nel denunciare come nell’era post Letta continua a funzionare l’ufficio di collocamento di palazzo Chigi – al Fatto di Padellaro e Travaglio sono sfuggiti alcuni gustosi particolari. Già, perché tra gli esperti “indispensabili” chiamati da Catricalà c’è anche Raffaella Rizzo. E chi è Raffaella Rizzo se non la sorella di Sergio……………….Il siluro è nel finale: E se Raffaella Rizzo, oltre ad essere la sorella del censore Sergio –è l’affondo di Dagospia – è anche moglie del vicedirettore di Milano Finanza, ……………………….. E se infine il marito di Raffaella Rizzo, Roberto Sommella, è stato pure direttore delle relazioni esterne ai tempi in cui Catricalà guidava l’Antitrust, non parleremmo mai di “ cerchio magico”. Al più di triangolazioni da onesta e sana prima Repubblica ».”
Meditate gente, meditate.
per chi volesse approfondire:
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