Compromesso al ribasso
Di Maradona (del 21/01/2014 @ 09:04:21, in Parliamo di...)
.......e la montagna……..non partorì nemmeno il topolino.
Ci riferiamo, ovviamente, alla proposta elettorale di Renzi ed approvata a maggioranza dalla direzione del PD. Partiamo dall’inizio: la Corte Suprema aveva, e giustamente, fatto rilevare che un grosso problema era legato all’enorme premio di maggioranza del Porcellum. La proposta del sindaco fiorentino non risolve il problema ma, se possibile, lo peggiora. Infatti propone di assegnare un premio di maggioranza del 18% a chi raggiunga il 35% dei voti validi. La vecchia DC ha preso per anni più del 40% e non ha mai preteso premi aggiuntivi, lo propose De Gasperi in modo totalmente diverso, e l’Unità dell’epoca la bollò come Legge truffa. Quindi se un partito viene votato per poco più di un terzo dei voti si becca la maggioranza assoluta nell’unica camera rimasta, ossia il 53%. Traduzione: in Italia vota il 65% degli elettori ovvero circa 39 milioni di cittadini, un partito che prende il 35% significa che con  13.650.000 voti si becca il 53% dei seggi alla Camera come se, in proporzione, ne rappresentasse 32.000.000. Un’esigua minoranza che governa su tutto e su tutti.
Secondo problema posto dalla Corte e sentitissimo dai cittadini: gli elettori devono poter scegliere chi mandare in Parlamento. Anche questo viene aggirato: invece del listone dei nominati avremo il listino dei nominati. La crisi definitiva del potere di rappresentanza da parte degli elettori è così definitivamente sancito.
Trasferire lo strapotere dei capi di partito ai cittadini è condizione necessaria e vitale, altrimenti avremo un nuovo club di nominati che la faranno da padrone senza avere il dovere di rappresentare un nutrito gruppo di elettori che li ha mandati in Parlamento.
L’obiezione risibile che con la preferenza o il collegio uninominale ci possa essere clientelismo o corruzione è ridicola, perché anche adesso con i nominati avviene soltanto che se avvenisse perché scelto dalla gente l’eletto non farebbe più il secondo mandato perché lo manderebbero a casa. Con la nomina invece sarebbe premiato e protetto, in quanto dovrebbe tutto ancor di più al proprio capo che lo ha mandato alla Camera.