Ricordando un Padre della Patria
Molto si leggerà sui giornali, sui blog (di cui era frequentatore) e in molti ricorderanno la sua biografia, e molti ravveduti estimatori ne decanteranno l’opera, ma personalmente per tracciare un brevissimo ricordo dello statista scelgo alcune perle del suo agire politico:
- Nel V governo Moro è Ministro dell’Interno, riconfermato poi nel III Governo Andreotti, in piena epoca della lotta armata allo Stato, il 22 aprile del “77 dal Viminale, riecheggiando il Pasolini del 1968, dichiarò che non intendeva “permettere che i figli della borghesia romana uccidessero i figli dei contadini del Sud” (poliziotti).
- Il 16 Marzo1978 fu segnato dal rapimento Moro, ma al ritrovamento del corpo dell’amico il 9 maggio, Cossiga si dimette da Ministro degli Interni, colpevolizzandosi per aver scelto la ragione di Stato, senza compromessi.
- Tra il 1979 ed il 1980, da presidente del Consiglio, fu accusato dal PCI di favoreggiamento del terrorismo, che la sinistra aveva covato nel proprio seno e che come risulta dalle carte della commissione “Mitrokhin” aveva avuto sostegni in Paesi di oltre cortina; Andreotti lo difese così : “accusare Cossiga di favoreggiamento del terrorismo sarebbe come insinuare che Don Sturzo trafficasse in droga e si accompagnasse alle “lucciole” di Via Veneto”.
Questo sardo, memore delle origini della monarchia unitaria, ma fedele servitore della Repubblica, ne fu Presidente dal 26 giugno 1985, e, durante il suo mandato affrontò passaggi difficili di politica interna ed internazionale, comprendendo, prima di altri, quante necessarie fossero le riforme costituzionali ed istituzionali indotte dai tempi.
Di queste materie era infatti docente emerito a cui si deve rispetto e gratitudine.
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