29 marzo 2003: Problemi e Propositi
Tutti invocano più politica “dal basso” e più coinvolgimento della società civile, ma il difficile è coniugare le competenze, oggi quanto mai necessarie, con la partecipazione e la sensibilizzazione diffusa verso i problemi.
Partendo da questi presupposti l’Associazione Culturale Liberal Popolari ha organizzato sabato 29 u.s. un convegno sul tema della qualità della vita a Roma.
L’ Associazione che opera dal 1997 affronta di volta in volta problematiche che influiscono sulla vita quotidiana del cittadino e per questo ha chiamato a discuterne esperti e politici.
Dopo l’intervento di presentazione del segretario dell’associazione, il Dr. Alfio Pulvirenti, ha preso la parola il tossicologo Prof. Enrico Malizia, che ha illustrato quali sono le nuove frontiere dell’inquinamento che si accompagnano all’innegabile progresso industriale. Ha ricordato come l’uso dell’auto e le comodità del riscaldamento siano accompagnati da residui tossici cui si deve pensare per evitare che il comodo mondo occidentale avanzato si faccia del male da se. Ha altresì illustrato quali siano oggi i nuovi parametri epidemiologici e le nuove misure preventive, anche ad esempio contro il fumo attivo e passivo, e come siano necessari moderni accorgimenti nei posti di lavoro dove le nuove metodologie tecnologiche possono essere anche altamente tossiche.
A questo intervento ha data ulteriore forza quanto ha affermato la seconda relatrice, direttore sanitario Patrizia Rodinò che ha elencato tutte le metodiche che determinano l’innalzamento dei livelli di inquinamento dell’aria dell’acqua,dei luoghi di lavoro non solo manuale ma anche impiegatizio; ha altresì illustrato quali controlli le autorità sanitarie pongono in essere ma ha anche fatto un appello perché la sensibilizzazione della popolazione, che cresce con iniziative culturali come il convegno voluto dai liberal popolari, si tramuti in norme legislative più puntuali ed efficaci in termini di prevenzione.
Si è cosi passati ai problemi dei comportamenti. E’ toccato alla dottoressa Rosaria Marino, presidente ARPA ,illustrare la funzione della prevenzione e rampognare ciascuno di noi per i nostri comportamenti, facendoci comprendere quanto importante possa essere il modello culturale che si assume come proprio di ciascuno .
Ha dimostrato con quali piccoli, ma significativi comportamenti personali individuali si può concorrere ad abbassare significatamene i livelli di inquinamento: dall’uso del riscaldamento nell’abitazioni ,alla messa a norma di comignoli, dall’uso più limitato dei mezzi di locomozione individuali al risparmio energetico ( la cui produzione è comunque inquinante), all’uso corretto delle acque potabili, per irrigazione e reflue.
Riprende cosi il discorso sulla politica attiva per la salvaguardia dell’eco sistema in cui un ruolo determinante l’hanno avuto le donne, come ha illustrato la dottoressa M. Ludovica tranquilli Leali, mediante un confronto con le iniziative poste in essere nelle altre capitali
D’Europa.
Ma non si sono fatte solo disquisizioni teoriche. Sul terreno della realtà locale ci hanno guidato i tre relatori che operano concretamente nella società civile come l’avvocato Stefano Zoani, a nome delle associazioni per la tutela del centro storico di Roma, e nelle istituzioni locali come il capo gruppo dell’UDC al Comune, On. Marco Di Stefano ed il presidente dell’amministrazione provinciale, On. Silvano Moffa.
L’avvocato Zoani ha evidenziato l’esigenza di salvaguardare nel centro storico non solo le opere d’arte o i palazzi nobiliari, peraltro snaturati per riconvertirli in uffici pubblici o commerciali ma occorre consentire una vita residenziale a dimensione umana.
Si tratta di conservare le abitudini di vita quotidiana per i residenti senza stravolgerle o spingere gli abitanti a trasferirsi in zone periferiche. Sarebbe arrecare danno all’immagine stessa della città riducendo il suo centro ad un museo a cielo aperto.
L’On. Di Stefano ha invece illustrato le sue battaglie dai banchi dell’opposizione, in Consiglio Comunale, per ridurre i danni che l’approvando Piano regolatore minacciava di arrecare alla città con opere tanto costose quanto poco funzionali per le esigenze dei cittadini.
Ha chiuso i lavori il presidente Moffa illustrando la sua visione complessiva e futuribile di Roma e del territorio provinciale, inquadrato in una programmazione territoriale della futura area metropolitana di Roma.
Ha denunciato la visione “incentrica” dell’amministrazione capitolina protesa ai soliti cabotaggi localistici.
Ha sottolineato che la scarsa collaborazione da parte del comune è stata preconcettuale, pretestuosa ed ideologizzata. Infatti il modello informatico studiato per l’area metropolitana enfatizza e non minimizza il ruolo di Roma-città. Daltra parte è questo il ruolo che la legislazione affida alla Provincia che lo realizza con lo strumento specifico del Piano Territoriale Provinciale mirato a correggere gli squilibri socio-economici sul territorio.
Ancora una volta l’ intuizione di Pulvirenti ha consentito all’Associazione dei Liberal Popolari di porre in essere un’iniziativa di carattere attuale e divulgativo e tuttavia di elevata professionalità, per i relatori chiamati a partecipare e per i politici invitati all’ascolto attivo delle speranze dei cittadini interessati.
Dr. Fausto Morrone
La Stampa
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