Nel centoquarantesimo anniversario del compimento del disegno cavurriano di fare di Roma la Capitale d’Italia è bello che si ricordi il poeta dialettale Cesare Pascarella ed il suo poemetto “Villa Glori” . Infatti nell’ambito delle manifestazioni organizzate a Roma, il recital affidato a Michele Placido, rievoca la breve esperienza della “Repubblica Romana” che precedette di circa tre anni la più conosciuta “breccia di Porta Pia”.
E’ altresì quanto mai opportuno ricordare che altri avvenimenti precedettero l’evento del 20 settembre 1870, uno su tutti, il sacrificio dei fratelli Cairoli: Enrico morto sul campo nello scontro del 23 ottobre 1867 e Giovanni morto, due anni dopo due anni dopo per le ferite riportate, nel 1869, senza poter assistere al compimento del sogno di Roma Capitale.
L’opportunità consiste nel ricordare agli immemori che i due fratelli erano nativi di Pavia, città bagnata dal fiume Ticino, noto affluente del fiume Eridano (per noi terroni Po) costretto oggi ad assistere a buffoneschi riti battesimali indipendentisti.
Trascorsa poi, da poco, la beatificazione del lungimirante e liberale Principe della Chiesa, John Henry Newman, un pensiero dei cattolici andrebbe rivolto al fabbro che chiamato a forzare il portone del Quirinale, in quel 20 settembre del 1870, è stato artefice della Divina Provvidenza, infatti con l’apertura del portone ha scarcerato dai ceppi del potere temporale la Chiesa, allora governata da Pio IX, illuminando il medesimo sull’esigenza di liberare la Chiesa Cattolica Apostolica Romana dalla corruttela che il potere temporale portava inesorabilmente con sé.
Un’ammissione in tale senso si deve a Paolo VI , coerente erede di Giovanni XXIII, che affermò: “i bersaglieri fecero un favore alla Chiesa, spogliandola dal potere temporale”.
Si realizzava così, poco meno di 2000 anni dopo, quella chiesa universale auspicata da Paolo di Tarso che, con orgoglio, si definiva cittadino di Roma, appellandosi all’imperatore con la famosa frase: “cives romanus sum” .
Quante cecità a volte ci indica la storia.