Che senso ha parlare di nuova legge elettorale se andando a votare si avrebbero, come sostengono un po’ tutti, gli stessi risultati ?
Diverso sarebbe se le elezioni si rendessero necessarie, a seguito di una riforma annunciata: la trasformazione di una camera del Parlamento in Senato delle regioni.
Stando a quanto dichiarano gli attori in campo, invece, sembra che servano per riparare ad alcuni errori di valutazione che oggi hanno prodotto situazioni a “loro” non gradite e anziché lavorare per recuperare dall’interno, proponendo, sollecitando e richiamando il Governo ad attuare i punti del programma, si ricorre alla scorciatoia dell’azzeramento con nuova consultazione elettorale, sperando su qualche decimale in più per “contrattare” da una posizione migliore. Non sappiamo quanti, in Italia, possono permettersi di non essere chiamati a rispondere delle proprie azioni e non pagarne il prezzo. Certamente “le Caste” sono esenti, esse scaricano i costi dei loro errori su noi cittadini.
Non ci sono soldi per l’università, per la ricerca, per la ripresa, per le forze dell’ordine, per l’ambiente, ma si trovano per riparare gli errori di valutazione. Errori che si ripetono con una certa frequenza. Non possiamo dimenticare che già nel 2008 siamo andati a votare con tre anni d’anticipo, rispetto alla scadenza naturale, e tutto ciò ha un costo aggiuntivo che scatta nel caso di scioglimento anticipato delle camere e che si chiama “rimborso elettorale”.
Il gioco, se cosi si può chiamare, è molto semplice: ogni anno i partiti si dividono, in base ai voti che hanno ricevuto, una torta di 100 milioni di euro (50 per ciascuna Camera) che vanno sotto la voce, appunto, di rimborso elettorale. Cento milioni per cinque anni di “prevista” legislatura . Una volta almeno se la legislatura finiva, il rimborso, secondo buon senso, veniva interrotto per lasciare, responsabilmente posto al nuovo. Oggi no. Continua!
Cosi vanno le cose. Una liquidazione che incentiva la fine anticipata della legislatura per fare cassa.
Il 2011 si preannuncia per i partiti un’annata eccezionale. Infatti potranno percepire ancora i rimborsi delle elezioni del 2006 oltre a quelle del 2008 e se si va a votare anche quelli del 2011. Unico caso, al mondo, in cui ti pagano TRE volte per un solo lavoro.
Un rimborso a piè di lista che non tiene conto del numero dei votanti men che mai delle schede bianche (cioè di quanti non si sentono rappresentati dalla “sbobba” che i capi partito ci propongono), dato che il rimborso è fisso, cioè calcolato sul numero degli aventi diritto poi se alcuni di costoro non vanno a votare o addirittura sono morti che importa?
Ma si sa, il nostro Paese è famoso per il suo estetismo e allora la forma è più importante della sostanza, non possiamo permetterci di perdere il primato per un po’ di debito pubblico in più, tanto a pagare non sono loro e poi come si suole dire: c’è sempre tempo.