Caporalato 3
Di Faust (del 17/11/2010 @ 13:00:20, in Parliamo di...)
Abbiamo visto come il settore che, con una disoccupazione in crescita, oggi offre opportunità di lavoro sia l’artigianato.
Chi sulla demagogia spera di basare improbabili trionfi elettorali innesca la tanto richiamata “guerra tra i poveri”.
  Ma perché in questa guerra, a soccombere, dovrebbero essere i nostri ragazzi?
Se la madre degli idioti è sempre incinta e peraltro vero che la madre dei colpevoli in Italia non partorisce mai.
In trenta anni la politica scolastica e quella del lavoro sono state il frutto di decisioni consociative e come per Polifemo quando si chiede chi ha accecato il ciclope la risposta è “NESSUNO”.
Ma i dati ci dicono che una scuola professionale messa all’angolo, con una corsa dalle superiori a “CEPU” , complici genitori amorevoli, modelli culturali errati, un’idea di falsa eguaglianza e soprattutto l’inesistente selezione, hanno generato gli effetti distorti oggi lamentati.
Un artigiano specializzato è destinato a guadagnare prima e più della maggior parte dei neolaureati.
Tutti sanno che l’Italia è economicamente strutturata sulle piccole e medie imprese, tanto valide da affacciarsi, con profitto e riconoscimenti, sul mercato internazionale oltre che nazionale.
L’artigianato italiano, ad esempio, ha una fama positiva nel mondo e rappresenta un indotto importante per le imprese più grandi. In questo settore, statistiche della Confartigianato, ci dicono che è presente una forte disponibilità di assumibili. Ma gli stranieri non rubano i posti? Niente affatto, di solito svolgono mansioni umili. Sono altre le cause: rifiuto di fare lavori manuali, anche se onorevoli e professionalizzanti, perché sempre più rari, quindi ben pagati.
A fronte di 147.000 posti vacanti, non vi sono candidati professionalmente pronti. All'artigianato si preferisce il caporalato
Come dire, meglio essere disoccupati, con le conseguenti psicopatologie, ben immaginabili, che imparare un mestiere: continuiamo a far crescere  tanti Peter Pan alla illusoria ricerca dell’isola che non c’è.