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A PROPOSITO DI PASTICCIACCI
Di Maradona (del 09/03/2012 @ 17:16:27, in Parliamo di...)
A distanza di alcuni mesi si possono trarre alcune considerazioni sull’attività del governo Monti che, ci sia consentito l’ardire che non vuole essere blasfemo, sembra sempre più incamminarsi verso la santificazione di molti e, in particolare, di alcuni media.
L’attività di Monti si è contrassegnata soprattutto con una messa a posto dei conti pubblici della qual cosa avevamo certamente un gran bisogno. Ma,lungi da noi dal considerarlo solo in modo negativo, va pure detto che molte delle cose portate a compimento lasciano il tempo che trovano.
Vediamole un po’. Aumento delle accise e dell’IVA sulla benzina, aumento delle sigarette, aumento delle addizionali comunali e regionali, allungamento dell’età pensionabile, aumento delle rendite catastali, introduzione dell’IMU molto più pesante della vecchia ICI ecc. ecc. Possiamo dire che sono tutte cose ampiamente usate ed abusate negli ultimi 50 anni. Non è che ci volesse gran che per pensarle ed attuarle. Niente di nuovo, quindi, sotto il sole!
Sommessamente ci permettiamo di rilevare che tutte insieme queste tasse se, da un lato, sistemano i conti dall’altro fanno sprofondare il Paese reale che, con questi forti aumenti, non spende più e, di conseguenza, blocca la domanda interna per iniziare una minima ripresa dei consumi e, quindi, della produzione. Inoltre l’attacco mediatico all’evasione fiscale per recuperare le risorse sottratte cos’è?
 Se vuole essere solo immagine ci trova in disaccordo perché risponde a logiche inutili. In più, posto per assurdo che un buon risultato questa lotta lo porti ci chiediamo: a cosa serve se la spesa pubblica continua ad aumentare?
Bisogna che si capisca un fatto e cioè che la spesa pubblica è una falla da cui la nave Italia imbarca acqua e, allo stesso tempo, se si recuperano maggiori risorse fiscali dalla lotta all’evasione e, nel contempo, si allarga la falla della spesa pubblica non ci sarà lotta all’evasione che tenga.
E qui veniamo ad un altro punto carente dell’azione di Monti. Spiegavamo in un nostro precedente articolo che l’Italia è divenuta una democrazia della spesa pubblica. Ovvero tutti quelli che hanno vinto le elezioni non hanno fatto altro che aumentarla, qualunque sia stato il loro colore politico.
Se non si mette mano ad un sostanziale e graduale taglio della spesa pubblica che, ricordiamolo, pesa per ben 830 miliardi di euro non si va da nessuna parte.
Se, invece, quello che viene recuperato dalla lotta all’evasione fosse utilizzato per ridurre le tasse a chi lavora e a chi dà lavoro si aprirebbe un circolo virtuoso che rilancerebbe la crescita.
Se, inoltre, si vendesse una parte adeguata delle partecipazioni azionarie e di immobili dello Stato portando all’eliminazione di una parte dello stock del debito pubblico riducendolo, così, in modo sostanziale questo ci consentirebbe di tagliare gli oneri per interessi che su di esso vi paghiamo ogni anno (circa 80 miliardi ndr).
E, sempre a proposito di pasticci, ci chiediamo come mai per taluni ci sono state mobilitazioni di massa con articoli incendiari sui soliti noti giornali e per i nostri militari in India poco o nulla? Dove sono tutti quelli che scrivono appelli e raccolgono firme per questo o per quell’altro? Chi ha ordinato alla petroliera italiana di attraccare per consegnare i nostri due Marò? E perché, caro Presidente, non dobbiamo alzare la voce per evitare che si possano incrinare i rapporti fra Italia ed India? Riteniamo, invece, che è l’India ad aver già incrinato i rapporti con l’Italia. E, tanto per non farci mancare nulla, anche gli inglesi ci mettono la loro col fallito tentativo di liberare i due ostaggi in Nigeria.
A questo punto un minimo esame di coscienza tocca farcelo altrimenti ci si prende in giro. Sono anni che l’Italia preferisce mediare con ogni tipo di sequestratori mentre, inglesi ed americani, non pagano e fanno capire con azioni mirate che non scherzano a chi tocca i loro cittadini. Noi mediamo su tutto, anche sulla dignità.
Fu esemplare, anni fa, l’episodio che avvenne nella guerra in Iraq laddove un cittadino nipponico non autorizzato dal suo governo a stare in quel Paese fu liberato, insieme ad altri, da un commando. Al ritorno in patria a quel cittadino furono addebitate tutte le spese per riportarlo in Giappone: 16.000 euro.
 
 
 
        

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