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Alla qualità democratica urge un pit stop
Di Catone (del 16/05/2013 @ 09:30:46, in Parliamo di...)
Il saggio appena pubblicato dal Mulino, “La qualità della democrazia in Italia” è il frutto di una ricerca fatta dai Professori Leonardo Morlino, Daniela Piana e Francesco Raniolo che si chiedono fino a che punto la democrazia italiana potrà ritenersi di “qualità” in presenza di una giustizia sempre più “inefficiente e politicizzata” sempre pronta a reclamare “indipendenza” alla quale non corrispondono altrettanti controlli al suo interno.
Lo studio esamina il pianeta giustizia nella sua globalità, tant’è che la professoressa Piana ravvisa, con linguaggio tecnico, da un lato “un sistema di governo della magistratura che ne massimizza così tanto le garanzie di indipendenza da essere considerato un modello di qualità” dall’altra “presenta livelli di efficienza e fiducia non in linea con gli standard internazionali di rule of law”. Dove “rule of law” altro non è che la traduzione di quello che noi definiamo “ stato di diritto”. Il bel Paese dunque, secondo questo studio, è diventato “lo stato dell’incertezza”.
La notizia non è una novità, sappiamo, stando ai dati UE forniti dal commissario Viviane Redinding che la giustizia italiana si colloca al terz’ultimo posto tra i 27 Paesi membri, è per questo tra le più sanzionate dalla corte dei diritti umani di Strasburgo.
Vi è dunque in Italia un potere fuori controllo, non in grado di autodisciplinarsi e restio a qualunque modifica. La forte politicizzazione di alcuni appartenenti alla magistratura, anche se   l’Art. 98 della Costituzione terzo comma consente al legislatore di limitare per magistrati, militari, funzionari di polizia e rappresentanti diplomatici all’estero, l’iscrizione a partiti politici, resta del tutto inapplicato. Inoltre la Suprema Corte ha avuto modo di precisare come tale limitazione debba intendersi come tutela della categoria in questione e rafforzare la loro indipendenza e soggezione solo alla Costituzione.
Una tale concezione non sembra però condivisa da alcuni togati. Il “partigiano della Costituzione” Ingroia, dopo l’esperienza politica con Rivoluzione Civile, conclusasi con un misero risultato, non essendo stato eletto sarebbe dovuto rientrare in organico. Dal momento che la Val D’Aosta era l’unica regione dove non era stato candidato, diventava la naturale destinazione. Secondo l’interessato ciò rappresentava uno sciupio della sua professionalità e dunque avendo  la pretesa di essere destinato ad altra sede, si riservava la possibilità, tutt’al più, di andarci in vacanza.
Avrà accolto come salvifica la proposta di quel Crocetta, Presidente della Regione Sicilia, che nella speranza di annoverarlo nel suo gruppo, “il megafono”, gli offre la presidenza di Riscossione Sicilia SpA, ente partecipato dalla stessa regione al 90%.
In un sobbalzo di dignità la terza commissione del CSM ha però negato, all’unanimità, la richiesta di aspettativa presentata dall’interessato. Crediamo che anche loro si saranno posti il problema. Il nuovo incarico avrebbe consentito di entrare in possesso di una mole d’informazioni di carattere finanziario, la qual cosa avrebbe rappresentato un “unicum” in termini di conoscenza di dati sensibili riferibili anche a suoi colleghi. Troppo!
Un conflitto senza precedenti, non completamente risolto.
Non si era mai visto infatti, fatto salvo il diritto di partecipare ad una competizione elettorale per tutti i cittadini, il contemporaneo ruolo di magistrato e capopartito.
L’anomalia è forte e si scontra con quanto previsto per questo ruolo: un magistrato non deve solo essere imparziale ma anche apparire tale.
Come sia possibile torcere le regole a proprio uso da parte di costoro resta un mistero. Nessuno si indigna ne tantomeno interviene anche se il conflitto d’interessi è gigantesco.
Alcuni di costoro si considerano ormai una casta “legibus soluta”.
Urge un pit stop!
        

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# 1
Non capisco. Se la magistratura è così potente e di parte perchè allora c'è tanta corruzione? Perchè abbiamo il primato europeo della mazzetta? Perchè gli scandali hanno colpito tutte le forze politiche? Come gli viene in mente ad un politico di sfidare cotanto potere a furia di tangenti, sprechi e ruberie? E Perchè i politici onesti sono una minoranza? Come è possibile che il numero delle prescrizioni in italia è equivalente alla somma delle prescrizioni di tutti gli altri stati europei? Perchè tantissimi farabutti la fanno franca tra condoni e prescrizioni? Perchè chi si macchia di reati infamanti ed è potente passa così poco tempo in carcere, sempre se ci va? Come mai la categoria degli avvocati è la più numerosa in parlamento?
Di  Anonimo  (inviato il 17/05/2013 @ 21:41:55)

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