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Una volta si riteneva che per educare bene i figli servissero sia gli schiaffi che le carezze.
Rodolfo Sabelli, presidente dell’associazione nazionale magistrati, ci ha invece fatto notare come per la categoria che rappresenta ci sono solo schiaffi. Il suo ragionamento, a seguito dell’inchiesta dei magistrati di Firenze sugli appalti, è stato all’incirca questo:“i magistrati sono stati virtualmente schiaffeggiati e i corrotti accarezzati”. Il Premier Renzi le ha commentate come: “frasi false e tristi”. Sinceramente non abbiamo capito se gli schiaffi sono le nuove norme al vaglio del governo sulla corruzione o le responsabilità civili per i magistrati che un referendum nel lontano 1987 già chiedeva e mai applicate. Una riforma del sistema giudiziario a seguito del clamore suscitato dal processo Tortora. Nessuno vuole condizionare l’azione della magistratura; ma se persino Bersani esorta i compagni che si ergono a purificare la “razza dei politici” a riflettere prima di condannare sulla base di un articolo sul giornale, perché si è reso conto che “con questo sistema si impallina chiunque”, allora vuol dire che anche a sinistra cominciano i tormenti e qualcosa va fatto. D’altra parte per citare il Foglio: non è più possibile lo sputtanamento mediatico da parte di magistrati, che con la scusa di descrivere il contesto, inseriscono negli atti intercettazioni che non hanno rilevanza penale. Un esempio recente di quello che diciamo è la storia di Berlusconi: nessuno ricorda la condanna per frode fiscale ma tutti lo sputtanamento per il processo Ruby, nel quale è stato assolto. La magistratura non ha tra i suoi compiti quello di selezionare la classe politica, questa rimane una prerogativa degli elettori.
Arrogarsi questo compito, per la verità un “vizietto” anche del sindacato, cioè dare il lasciapassare al governo di turno, costituisce l’oscurantismo più bieco e peloso che blocca il Paese. Ognuno torni a svolgere la sua funzione. Lo ripetiamo da tempo: è la commistione che crea il malaffare, quando i ruoli diventano indistinti e il controllato è allo stesso tempo controllore di se stesso, là nasce il germe dell’oligarchia.
E allora stride quanto afferma Sabelli: “le critiche contro i magistrati hanno superato i livelli fisiologici” . Non si vuole criticare i magistrati per partito preso, ogni cittadino vorrebbe avere piena fiducia in una Istituzione come la Magistratura ma è essa stessa, con i suoi comportamenti, che determina la sua credibilità. Se in 25 anni solo in 5 casi i magistrati sono stati ritenuti responsabili, quando ognuno di noi ne ricorda a mente molti di più, non ci si dovrebbe meravigliare o protestare se arrivano le critiche. I Magistrati spesso dimenticano che dispongono di un potere enorme: quello di togliere la “libertà personale”, un concetto altissimo per affermare il quale si sono combattute guerre e migliaia di persone hanno dato la vita. Possono cambiare il destino di una persona. Le loro decisioni pesano, se poi anziché uniformarsi alla legge si uniformano al concetto di giustizia del singolo magistrato, pesano ancora di più: diventano insopportabili!
Allora il nostro appello è : allontanatevi dai riflettori, riservatezza e professionalità siano il vostro viatico quotidiano e tutti torneremo a plaudire una Istituzione di cui abbiamo bisogno per vivere civilmente.
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