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Contrappesi
Di Lupoalfeo (del 24/11/2012 @ 11:44:04, in Parliamo di...)
Per molto tempo si è detto che il freno del nostro Paese era la lentezza nel processo decisionale e la troppa concertazione a livello centrale. Si è pensato quindi, per competere con i grandi dell’economia, di imprimere un’accelerazione rafforzando i centri decisionali e a dare maggiore autonomie agli Enti Locali.
A distanza di tempo ci si è accorti che anche questo non funziona, anzi produce nuovi costi e spesso senza controlli.
Si ipotizza che la soluzione possa venire da una nuova legge elettorale su cui però ad oggi non sembra che ci sia un accordo, visto che ognuno la vorrebbe a propria immagine.
Noi pensiamo che sia molto più semplicemente una questione di persone. Sono costoro infatti a fare le istituzioni, le aziende e le organizzazioni. Non esiste un’entità che possa prescindere da chi la dirige. Un esempio di ciò sono gli Stati Uniti dove partiti e sistema elettorale restano invariati ma cambiano le persone, da noi invece cambiamo partiti e regole mentre le persone rimangono le stesse a vita, determinando di fatto un blocco in entrata per la società “civile” che volesse portare nuove idee o semplicemente impegnarsi per un periodo della vita in politica.
Aver importato una concezione bipolare, senza gli opportuni contrappesi, ha determinato di fatto una sovietizzazione dei partiti dove i segretari o presidenti sono anche i candidati premier cioè “il Totem”. Ciò si riverbera sul confronto e l’elaborazione politica interna a ciascun partito rendendolo asfittico e privo di quella sana competizione interna, quando non è settarismo, che può mitigare gli errori  del singolo a cui inevitabilmente ogni essere umano è soggetto.
Non vi è stata una grande Democrazia Cristiana o un grande Partito Comunista o che so io, ma semmai vi sono state figure come don Sturzo, De Gasperi, Togliatti, Gramsci, Einaudi, La Malfa che hanno dato lustro a quei partiti e cionondimeno hanno passato la mano.
Non è dunque creando nuovi partiti o nuove regole che si da una risposta alla domanda di rinnovamento della politica, piuttosto è arrivato il momento di aprire i partiti a chi vuole entrare, senza relegarlo al ruolo del servo sciocco,  mettendo fine ai baronati con regole certe, specie se si continuerà a finanziare con soldi pubblici l’attività politica dei partiti che dovrebbe essere svolta nell’interesse dei cittadini .
“L’occasione fa l’uomo ladro” è un vecchio detto che dovrebbe farci prendere coscienza, a noi discendenti di Eva, che siamo tutti soggetti alle tentazioni. Il possibile rimedio sta nel rendere conveniente perseguire il bene comune ed essere consapevoli che senza i giusti “contrappesi” ogni posizione monocratica tende a degenerare.
L’unica possibilità che abbiamo per limitare la degenerazione è accrescere la trasparenza della casa di vetro: come? Una possibile proposta riguarda chi intende candidarsi ad una carica pubblica: un anno prima dovrebbe competere nelle primarie del proprio partito dopodiché  i media (contrappesi) se svolgeranno correttamente la loro funzione potranno mettere gli elettori nelle condizioni di capire quali capacità ha il soggetto o se è uno che tende a zoppicare.
E’ una regola aurea quella di dividere poteri e responsabilità, con interessi diversi in tutti i settori ed in tutti i rapporti, a cominciare dai magistrati e i sindacalisti,  mentre la tendenza continua ad essere la commistione di ruoli e funzioni con tutti che fanno tutto, si occupano di tutto e se avanza un po’ di tempo magari fanno gli Onorevoli.
Introdurre un sistema confronto competitivo con gli opportuni contrappesi in ogni campo è oggi l’unica ricetta per fermare l’emorragia degli elettori, diversamente la nascita di movimenti con dei nuovi Masaniello inevitabilmente aumenteranno e il Paese sarà sempre più alla deriva.
        

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