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Contumaci mascherati da perseguitati
Di Faust (del 20/01/2011 @ 12:47:17, in Parliamo di...)
Già qualche anno fa ci siamo occupati, con madame Carla Bruni di contumaci, come la Petrella, che si mascherano da perseguitati. Vogliamo tornarci questa volta con un maestro del diritto che ha dato lustro all’Italia anche all’estero, affrontando il caso Battisti in un’ottica di diritto internazionale  senza strumentalizzazioni di parte.
Antonio Cassese, Presidente del Tribunale ONU per il Libano già Presidente del Tribunale ONU per l'ex Jugoslavia, suggerisce che in punta di diritto la cosa seria che l’Italia deve fare è: ricorso al Tribunale ONU dell’Aia perché crei una Commissione di conciliazione, sulla base dell’accordo sottoscritto nel 1954 tra Brasile e Italia e in quattro mesi la controversia sarebbe risolta.
Il punto di forza di questa scelta di iter giuridico è l’ambizione di Italia e Brasile a mantenere un rango di primo livello in campo internazionale, tanto più che il Brasile aspira ad occupare un seggio all’ONU.
Ciò che il saggio giurista depreca sono le manifestazioni estremiste e la strumentalizzazione politica.
Ma dobbiamo anche interrogarci come sia stato possibile  arrivare a tutto ciò? E quanto è ampio il fenomeno di brigatisti rifugiati all’estero?
Bernard-Henri Lévy, il filosofo narcisista, e Fred Vargas nota giallista, fedeli allo snobismo salottiero del 68 francese, hanno accreditato la tesi di una presunta persecuzione nei confronti del rifugiato terrorista, intanto riconvertito scrittore di gialli, sostenendo che il solo reato che questi aveva commesso era quello di pensiero,  tesi prontamente ripresa nel 2009 da Carmilla (mai nome fu più azzeccato per chi vive sul sangue altrui) “lo hanno condannato e linciato perché uno scrittore di cultura antagonista”.
La sua biografia (?) ci dice che nel 1976 concorre a creare i “Proletari armati per il comunismo” ; condannato all’ergastolo in contumacia, dopo essere evaso dal carcere, per l’omicidio del gioielliere Torregiani e di altre tre persone oltre al ferimento del figlio del gioielliere Alberto, reso invalido a vita e che oggi si batte per il rimpatrio del Battista, dal 1990 prima la Francia e poi il Brasile gli hanno permesso di eludere la giusta condanna.
L’onda lunga dei difensivisti, che in Francia è sembrato coinvolgesse persino la prèmière dame, ed in Italia con l’iniziativa di “Carmilla online” promotrice di un appello per la liberazione di Battista sottoscritto da 1.500 persone tra cui Vauro, Valerio Evangelisti, Daniel Pennac, Roberto Saviano, Giorgio Agamben, Paolo Cento, Giovanni Russo Spena, trova il suo epilogo in Brasile con il Presidente Lula.
Un “affaire” con disponibilità di soldi, potere, influenza culturale con sostenitori come un ultracentenario comunista, ma ricchissimo architetto brasiliano: Oscar Niemeyer.
Alla faccia di qualche compagno che sbaglia, qui siamo di fronte al solito internazionalismo barricadiero, che mischia leninismo e anarchismo; ha ragione Cassese nel sostenere che lo scontro è tra civiltà del diritto e mito dell’antistato e della illegalità.
Secondo un rapporto del Governo diffuso nel 2007, gli ex terroristi rifugiati all’estero erano 113; Achille Lollo era uno di questi ed è rientrato in questi giorni a Roma dopo 38 anni passati in Brasile evitando così di scontare la pena a 18 anni, nel frattempo dichiarata estinta, a cui era stato condannato per il “rogo di Primavalle”.
Una mozione unitaria approvata all’unanimità da Camera e Senato impegna il Governo a chiedere con tutti i mezzi, compreso il ricorso alla Corte internazionale di giustizia, l’estradizione di Cesare Battista, e finalmente evitare il paradosso di doverci complimentare con questi signori con un: ben tornato Lollo.
 
        

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# 1
Conviene lasciarci tutto alle spalle perchè i personaggi coinvolti sono falliti come le loro idee strampalate, preoccupiamoci piuttosto che la nostra classe politica abbia un modo di agire che non favorisca le condizioni per un ritorno al clima di quegli anni
Di  Anonimo  (inviato il 22/01/2011 @ 11:27:36)
# 2
e' vero bisogna far si che quegli anni non tornino, ma e' giusto che chi ha sbagliato paghi , e' per poter mettere una pietra sopra. In nome di quale ideale si ha il diritto di uccidere, rendere invalidi a vita delle persone che lavoravano e rimanere uccel di bosco?
Di  PB  (inviato il 22/01/2011 @ 11:53:31)

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