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Due italiani ed un manifesto
Di Faust (del 22/05/2012 @ 01:03:07, in Parliamo di...)
Se essere coerenti è ancora una qualità, allora occorre, mentre si invoca il merito, dargli spazio, evitando facili ironie.
In qualche vecchio testo di filosofia era facile imbattersi, nelle pagine introduttive, in quel luogo comune sui filosofi, immaginati a camminare con la testa tra le nuvole, che non si accorgono di quello che gli succede intorno, intenti come sono a studiare quella materia: “con la quale o senza la quale si rimane tale e quale”.
Oggi, il giochino stupido si ripete con gli economisti, quando la comunicazione lancia in rete: “ Un manifesto per il talento”.
Nel manifesto si afferma “..se non si consente al talento di emergere, non si genera mobilità (sociale) orizzontale e verticale che si riflette sull’esigenza del sistema Paese e sul potenziale di crescita economica”.
L’handicap, come osservato, sta nella partitocrazia lottizzatoria ed impicciona, nel nepotismo dilagante, nella sponsorizzazione politica che si sviluppa proprio grazie all’occultamento della meritocrazia.
Da qui la consuetudine di scambiare i termini: TALENTI PARENTI, TALENTI ASSISTENTI, TALENTI COMPIACENTI.
Orbene, se cultura, preparazione ed esperienza sono certo fondamenti della meritocrazia sarebbe opportuno lasciare la discettazione economica a chi di queste cose ne ha trattato da sempre.
Due italiani, che sono docenti da anni della materia e ambedue possono vantare esperienza ad alto livello nelle istituzioni europee, andrebbero ascoltati piuttosto che essere oggetto di ironie e satira.
Cosa si scoprirebbe allora? Che da tecnici adusi ad evitare i luoghi comuni e attenti a verificare sul campo le teorie, proponendo, se del caso dei correttivi o dei “cocktail” tra teorie diverse (non necessariamente opposte) sia Prodi che Monti indicano esigenze concordi, sia pure con sottolineature diverse che potremmo paragonare alle dosi che ciascuno usa nella preparazione del cocktail.
Prodi (ex Presidente di un Governo di centro sinistra) sottolinea la qualità delle proposte fatte dal Presidente Monti i Europa e critica lo scetticismo che le ha accolte.
Osserva che l’America ha un bilancio pubblico ed anche un risparmio privato assai peggiore della media dei Paesi dell’eurozona, ma anche che, pur all’origine della crisi la dissennatezza nei consumi superiori a quella oggi rimproverata agli europei dai “mercati” , sta uscendo più velocemente dalla crisi.
Ciò è possibile agli Stati Uniti, perché sono tali, perché hanno una politica economica (e non solo) condivisa, sostenuta da una Banca Centrale e da una estensione del Paese percepito però come “unico” (pur estendendosi dal Pacifico all’Atlantico).
I due italiani, uno più liberista monetarista, l’altro più Keynesiano e solidarista, puntano sul buon senso di Francia e Germania, sotto la spinta degli europei mediterranei per un cambiamento di rotta.
Se nelle beghe elettorali interne i Paesi europei sapranno riconoscere il giusto cocktail proposto dagli italiani, potremmo ancora vantarci di essere quelli del ministro Martino del 1957 e del “Manifesto di Ventotene” di Altiero Spinelli.
        

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# 1
Ottimo articolo, complimenti!!!
Di  Anonimo  (inviato il 22/05/2012 @ 17:55:43)

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