Il Senatore Luigi Compagna , intervistato da Fabrizio Roncone,  ha confermato che la mensa del Senato è meno frequentata da quando sono stati rivisti i prezzi. Il costo medio del pasto, dopo le recenti critiche, è stato portato a €. 30,00, quello che normalmente non basterebbe a un padre di famiglia se volesse portare in trattoria la famiglia.

Sembra che i senatori trovino intollerante l’aumento e preferiscano un sandwich in uno dei tanti bar tra Pantheon e piazza Navona. Certo in tema di austerity anche loro provano a risparmiare sul mangiare specie se devono pagarlo di tasca loro, peccato per tutte le leccornie che giornalmente vengono preparate dal ristorante del Senato e magari vanno sprecate.

La storia cambia se a pagare è il partito o l’imprenditore e per compensare il sandwich del pranzo, il Senatore Lusi va nel famoso ristorante “La Rosetta” e mangia spaghettini al caviale a 180,00 euro a porzione accompagnati da mezzo vino alla modica cifra di 75,00 euro mentre il sindaco di Bari Michele Emiliano, ex pm ritenuto paladino della legalità, champagne, ostriche e cozze pelose li riceve per il cenone di Natale dal gruppo Degennaro, al centro dell’inchiesta sugli appalti in odore di corruzione. 

Tutto questo mentre sono in crescita le persone che non riescono ad arrivare a fine mese e per avere un po’ di viveri di prima necessità devono fare ricorso ai “pacchi di solidarietà” distribuiti dalle diverse organizzazioni che operano nel sociale.

Tanto sciupio di risorse in un momento in cui le famiglie italiane sono costrette a fare nuovi buchi alla cinghia equivale ad una ostentazione di disprezzo nei confronti di chi si amministra.

Riportiamo questi signori con i piedi per terra;  forniamogli, come ai comuni lavoratori, normali buoni pasto cosi risparmieremmo sui costi dei ristostarnti interni al Parlamento e magari su qualche indennità.  

Sarebbe un buon modo per meritarsi l'appellativo di rappresentanti del popolo.