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La critica è indulgente con i corvi ma non da pace alle colombe  Giovenale

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La Qualità Acceleratore della Crescita
Di Faust (del 26/01/2012 @ 22:13:41, in Parliamo di...)
 Il piano delle liberalizzazioni, presentato dal governo Monti, per qualcuno è poca cosa, per altri rappresenta un buon inizio, qualcun altro sostiene che si è trattato di scuotere l’albero. Al di la del fatto che quando si scuote l’albero vengono giù solo i frutti sfatti o troppo teneri, ma non è di questo che vogliamo parlare. Il problema non è solo di quante privatizzazioni, in quali settori e quali caste vengono coinvolte, ma semmai di come si applicheranno e quali risultati concreti produrranno. Certo che siamo favorevoli a privatizzazioni e liberalizzazioni, ma queste non serviranno a niente se non verranno percepite come un provvedimento che sistematicamente toccherà tutti, a cominciare dalla classe dirigente e politica del Paese. Da questo punto di vista dovrà essere chiaro, al governo, che “il dato è tratto” e non ci si può fermare in mezzo al guado, diversamente le reazioni potrebbero essere catastrofiche.
Ora augurandoci che le stesse non vengano annacquate nell’iter parlamentare, depotenziandone l’efficacia, un concetto che purtroppo continua a mancare in questo procedere è la qualità mentre ci si concentra solo sulla quantità.
Infatti sentiamo dire che una certa misura aumenterà il numero degli operatori o aumenterà questo o quell’altro indice ma mai che si dica aumenterà la qualità del servizio, aumenterà la qualità del prodotto o la qualità della vita.
Nei momenti di crisi , in modo particolare nei momenti di recessione, se si vuole tornare a crescere, è la qualità che rappresenta la discriminante in grado di orientare il consumatore.
Noi, come Paese, non possiamo puntare sulla quantità, Cina, Asia ed altri Paesi ci surclasserebbero, mentre sulla qualità possiamo provare a vincere la partita.
C’è da chiedersi dunque se in Italia è di casa la cultura della qualità. Certo, molti diranno che ne siamo la patria: prodotti alimentari genuini, eccellenze  nello styling e in tantissimi settori dell’artigianato. Peccato che ciò siano solo delle nicchie. Il nostro essere esigenti quando indossiamo i panni di consumatori, spesso non trova la stessa intensità quando invece siamo produttori di un servizio, una prestazione o un prodotto. Capita frequentemente di assistere ad improvvisazioni e sciatteria. Non esiste categoria o settore professionale che si possa chiamare fuori.
Serve dunque un nuovo modo di produrre, a cominciare dallo Stato con il suo braccio operativo della Pubblica Amministrazione. Continuare a chiedere ai cittadini ulteriori impegni con nuove tasse,  grazie alle quali è possibile  anche pagare i dipendenti pubblici, per riceve, in contropartita,  il livello di servizi avuto fin qui è immorale.
Serve dunque una grande operazione di moral suasion tesa a far capire, finalmente, ai dipendenti pubblici che il loro servizio non è diretto a degli asserviti ma ai loro datori di lavoro.
Cittadino e Pubblica Amministrazione devono essere, in tema di diritti/doveri sullo stesso piano. Se è giusto che il cittadino paghi le tasse, è giusto che  la P.A.  dia un servizio di qualità, senza comportamenti vessatori per i suoi “benefattori”.
È tempo che venga introdotto il principio della responsabilità civile per tutti i dipendenti pubblici, a cominciare dai dirigenti a cui è affidato il controllo, invece di scaricare i costi  sull’Amministrazione, cioè noi.
La stortura, una volta assunti, di cui ci si preoccupa oggi, anche nel settore privato, non è come ciascuno svolge il compito assegnatogli, ma il diritto ad un salario, perché certi che difficilmente si perderà il posto. Questo pressapochismo nello svolgere le proprie mansioni, in alcuni casi, arriva a determinare la perdita della vita di persone, anche se eufemisticamente si parla di “errore umano”.
Crediamo dunque che sia arrivato il momento di cambiare il modo di rapportarsi in tutti i settori, cominciando da una P.A. al servizio del cittadino che non vuol dire corrotta o concussa, ma funzionale e collaborativa.
Produrre qualità può essere la carta vincente per uscire prima da questa crisi.
        

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# 1
Dovrebbero far pagare quelli di Equitalia che emettono cartelle e pignoramenti senza un minimo di verifica e riscontro che oggi è semplicissimo con gli strumenti che hanno, ma lo se ne fregano, tanto le giornate di lavoro le perdiamo noi o i nostri commercialisti che ci tocca pagare!!!
Di  pocodebono  (inviato il 27/01/2012 @ 13:57:09)
# 2
Va tutto bene ma basta che non si faccia la solita demagogia sui lavoratori pubblici, come se il problema fosse colpa di chi tira avanti la carretta e non di migliaia di leggi aggrovigliate, regolamenti assurdi, adempimenti cervellotici, grandi capi incapaci di gestire e collusi con i politici che vogliono cose spesso fuori dalla legalità, io inizierei dalla qualità dei politici
Di  Ernesto  (inviato il 27/01/2012 @ 15:25:23)
# 3
responsabilita' civile , questo concetto mi piace molto
Di  pb  (inviato il 28/01/2012 @ 14:07:58)
# 4
nel mondo dei sogni si potrà verificare tutto questo non in Italia dove vanno tutti a braccetto.Dopo un pò di casino tutto tornerà come prima e noi contentie cojonati
Di  Anonimo  (inviato il 29/01/2012 @ 17:39:09)

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