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L'assurdo elevato a sistema
Di Catone (del 28/10/2012 @ 20:16:49, in Parliamo di...)
C’è voluto un nuovo terremoto nel Pollino perché il Governo respingesse le dimissioni di tutta la commissione Grandi Rischi. La vicenda venutasi a creare in seguito alla condanna a 7 anni per omicidio involontario, di alcuni loro membri che non avevano previsto il terremoto dell’Aquila. Una sentenza che ha fatto molto discutere, specie la comunità scientifica internazionale, suscitando ilarità e sfiducia per il nostro sistema giudiziario, (meno che per l’On. Di Pietro che continua a difendere la sentenza, fulgido esempio di corporativismo e di lobbismo).
Serve sempre un evento catastrofico per accelerare e risolvere una questione che in nessun altro Paese del mondo si sarebbe posta:  prevedere il giorno l’ora e le modalità dell’evento tellurico.
Esperti in possesso di tali capacità sarebbero certamente ricercatissimi in primis dal Giappone che sul tema è all’avanguardia sia negli studi sia nei rimedi preventivi possibili.
L’Italia si sa ama distinguersi diventa quindi normale che i super dei dell’Olimpo chiedano conto delle azioni a chiunque perché tutti siamo responsabili del nostro operato, meno loro che sono dei!
Questo è il Paese in cui si prolungano gli anni di lavoro ai minatori prima di poter andare in pensione ma si mantiene l'indennità ai parlamentari per il reinserimento nella società (leggasi società partecipate dallo Stato) quindi soldi più il posto assicurato.
Questo è il Paese in cui un Sottosegretario sostiene che se a venticinque anni non sei laureato, magari perché lavori per mantenerti agli studi (la qualcosa certamente non lo ha riguardato), faresti meglio a smettere di studiare e il suo Ministro fa la morale ai giovani che frignano  perché non si adatterebbero al lavoro che trovano magari quello di precario a vita, senza alcuna prospettiva ma che nulla dice sui tanti politici a vita che non hanno mai conosciuto un’ora di vero lavoro o sulla soppressione dei tanti privilegi di cui godono a cominciare dei vitalizi. Per non parlare di coloro che nemmeno hanno fatto lo sforzo di candidarsi, perché nominati, e  comunque alla fine del mandato godranno degli stessi privilegi.
Questo è il Paese in cui i sacrifici devono riguardare solo i comuni cittadini perché appena tocchi il blocco politico-giudiziario ecco che la Corte Costituzionale interviene  bocciando il provvedimento simbolico del taglio agli stipendi dei magistrati e degli alti dirigenti statali; stessa sorte è toccata al provvedimento, annunciato con enfasi, che avrebbe dovuto ridurre i tempi della giustizia civile.
Quello che da noi passa con allarmante apatia avrebbe sollevato le piazze in molti Paesi democratici. L’indignazione non monta al punto di farci dire: adesso basta! Segno che dal bubbone della spesa pubblica ancora molti si nutrono; mentre l’illegalità, l’evasione e la corruzione sono il vero motore dell’economia.
Senza la rimozione di queste cause non vengono liberate quelle risorse necessarie per la crescita e ci avviamo inesorabilmente verso un declino di impoverimento generale, aspettando la prossima sentenza che condanni i metereologi che hanno provocato un disastro ambientale per aver sbagliato le previsioni.
        

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# 1
Sottoscrivo dalla prima all'ultima parola!!!
Di  Pietro  (inviato il 30/10/2012 @ 23:01:37)
# 2
ma non pubblicate più niente?
Di  gennaro buccini  (inviato il 20/11/2012 @ 08:28:40)

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