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Sul panorama politico italiano sta per abbattersi un ciclone destinato a scompaginare tutto per poi restituirci un nuovo assetto.
I venti che soffiano sempre più forti, sia a destra che a sinistra, non pensiamo siano alimentati dalle sole prossime elezioni regionali. Sono qualcosa di più! Una prova generale, un laboratorio politico che vuole saggiare la pancia del Paese.
Vi è allo stato un magma sotterraneo che si ingrossa, preme e se troverà pareti deboli esploderà in tutto il suo vigore.
A sinistra si chiama: Landini, Cuperlo, Bersani, Fassina, Vendola tutti insoddisfatti dall’azione del governo che hanno contribuito a far nascere e a sotenere, ma ai margini dell’azione governativa.
A destra si chiama: Salvini, Fitto e Meloni, anch’essi insoddisfatti dell’azione del governo ma soprattutto insoddisfatti dalla leadership di Berlusconi e vogliosi di affermare la propria, ognuno immaginando di poter essere il Renzi della destra.
L’esperienza Renzi Alfano, al di la delle riforme vere o presunte e delle ideologie, una cosa l’ha dimostrata: la possibilità di governare insieme con benefici per la stabilità e dunque per l’economia.
Sarà questo l’aspetto premiante, perché diciamocelo chiaramente ogni cittadino cerca la propria tranquillità economica e serenità famigliare dove tornare a progettare il futuro.
Le spinte da destra e sinistra compatteranno ancor più quest’area, con buona pace di Berlusconi che segretamente stima Renzi e lo ritiene l’unico degno a succedergli.
Adesso che il seme della vecchia DC è morto, ci sono le condizioni perché rinasca un grande partito di governo composto da sensibilità diverse.
Non è nostalgia ma semplice pragmatismo. Non si chiamerà Democrazia Cristiana ma molto più laicamente: Moderati Riformatori.
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