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Pensieri riconoscenti per un amico generoso
Di Admin (del 20/12/2010 @ 20:35:08, in Parliamo di...)
Di Emanuela Monego
Detesto che mi si chiedano soldi. Quando qualche conoscente mi parla con strana insistenza di bollette in sospeso, debiti pendenti o cambiali scoperte mi fingo malata, non gli rispondo più al telefono o parto per insondabili motivi di famiglia. Tratto male chi pretende oltre i limiti della discrezione di vendermi olio, vino, elettrodomestici inutili o contratti telefonici, e cestino sistematicamente le buste di quelle associazioni benefiche che fanno leva sui sensi di colpa dell’incauto destinatario. Nella mia cassetta postale  arriva parte della corrispondenza destinata ai miei genitori, compreso il calendario di Frate Indovino che puntualmente recapito loro senza aprirlo. Quattro anni fa però Frate Indovino ha spedito nel mese di Novembre un involto insolito: un calendario dell’Avvento che raffigurava una città medioevale con case, botteghe, chiesina e tutto il resto; per ogni finestrella che si apriva comparivano abitanti e lavoratori, su cui un fascicolo allegato al cartoncino dava notizie storiche simpatiche, semplici ed interessanti. L’ho tenuto per le mie bambine, ma non ho utilizzato il bollettino postale che invitava con molta discrezione ad inviare un’offerta anche minima. La cosa si è ripetuta l’anno dopo, e l’anno ancora successivo: finché, nel Novembre 2009, il povero Frate Indovino ha allegato alla spedizione annuale una sacrosanta letterina in cui chiedeva di specificare se chi aveva ricevuto il calendario dell’Avvento desiderasse continuare a riceverlo, onde evitare di perdere tempo e soldi qualora non fosse gradito. Confesso di essermi sentita in imbarazzo: non ho risposto, cosciente di avere una coda di paglia piuttosto lunghetta. Quest’anno pensavo di non ricevere nulla, e invece, con qualche giorno di ritardo, ho ricevuto un calendario dell’Avvento incredibilmente bello: da una parte è raffigurato l’esterno di un castello, con 12 finestrelle dietro cui si nascondono guardie, arcieri, balestrieri, contadini, viandanti e cacciatori; dall’altra è disegnato il cortile interno al maniero, con 12 finestre dietro cui scoprire dame, cortigiani, giullari, stallieri ecc. ecc. Il tutto corredato da un libricino che racconta, in modo chiaro e completo, come si viveva in quel mondo lontano, spiegando il ruolo dei personaggi che vi si muovevano. Confesso di essere rimasta conquistata e commossa dalla perseveranza nell’offrire un dono piccolo ma elaborato, costruito in modo da regalare serenità, divertimento e cultura in cambio di nulla. Proprio per questo, in un brutto mondo di sfruttatori e sanguisughe pronti a utilizzare persino l’amicizia o la parentela per tirar su denaro, Frate Indovino riceverà finalmente anche da parte mia un riconoscente, meritatisssimo e… concreto presente.  
        

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