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Un salasso stagionale: i libri di testo
Di Admin (del 30/08/2013 @ 19:45:17, in Parliamo di...)
di Emanuela Monego
All'inizio dell'estate voci di corridoio -fra pettegolezzi e smentite- hanno fatto trapelare l'intenzione del Ministro Carrozza di non incentivare la corsa alla digitalizzazione dei testi scolastici, almeno non quanto il suo predecessore Profumo avrebbe voluto.
Prima di ogni affermazione ufficiale si sono scatenate le critiche dei detrattori, imputando al Ministro arretratezza di vedute e smaccato favoritismo verso le lobbies editoriali del cartaceo. Naturalmente i campioni della democrazia informatica danno per scontato che l'accesso agli e-book sia pressoché gratuito (cosa poco verosimile), e che ogni studente disponga di un computer personale, o almeno di uno smartphone, da portare quotidianamente in classe e su cui svolgere i compiti senza che si rompa, venga rubato o si presti a manovre malandrine che i nostri ragazzi conoscono fin troppo bene.
Possiamo divertirci poi ad immaginare lo "scolaretto tipo" (cui già adesso, lamentano i docenti, mancano capacità ed originalità di riflessione) mentre studia sul PC; un click e il problema di geometria (o il capitolo di filosofia, anche peggio) sparisce in fondo allo schermo, mentre si chatta su Facebook, si cinguetta su Twitter o magari, perché no, si avanza di livello nel video gioco preferito. Chiunque abbia un figlio studente di età superiore ai 7-8 anni sa ben immaginare i risultati catastrofici che avrebbe tutto ciò sulla sua capacità visiva fisica e mentale.
Non è questo il provvedimento giusto per venire incontro al risparmio familiare: ben altre cose andrebbero imposte, anche e solo a livello di coscienza, al corpo insegnanti e ai dirigenti scolastici. Anzitutto limitare la richiesta a ciò che è davvero indispensabile: almeno un terzo del materiale che la scuola impone di acquistare (libri, quaderni, album, strumenti da disegno e di lavoro) arriva alla fine dell'anno praticamente inutilizzato. E poi bisognerebbe sradicare il malcostume che permette persino ai professori di Religione o di Educazione Fisica di imporre l'acquisto del testo "ultima edizione": troppe volte ci tocca litigare con i figli per convincerli che la grande differenza fra il nuovo testo e quello del fratello o del cugino consiste nella diversità dei sottotitoli o dell'indice, cercando così di risparmiare qualche decina di euro che andrebbero veramente buttati.
Chi pretende tutto questo meriterebbe di sicuro qualche "goliardata" dai genitori birichini: ad esempio la scannerizzazione e l'invio via e-mail dei capitoli da studiare (con un po' di organizzazione e di spirito di corpo si può fare...) a costo zero ed alla faccia di tutte le speculazioni. Questa sarebbe sul serio una protesta efficace che, adeguatamente pubblicizzata, farebbe storia e conquisterebbe adepti, seminando il panico fra chi lucra in questo settore; il resto, a cominciare dalla rituale esternazione di malcontento mentre si fa la fila dal libraio, altro non è che inutile folklore.
        

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