Parlamento.it | Europa.eu | Ministero del Lavoro |


Non aspettare che il vento gonfi la vela della tua fortuna. Soffiaci dentro da te.  (U.Ojetti)

\\ Ultime notizie  
 
\\ Home Page : Articolo

Vedo! Valuto! Voto!
Di Lupoalfeo (del 25/06/2011 @ 20:10:42, in Parliamo di...)

 

Con grande insistenza, da un po’, si è tornati a parlare di riforma della legge elettorale. Sul tema già in passato siamo intervenuti perché riteniamo ineludibile il diritto, per il cittadino, di valutare l’operato dell’eletto che lo rappresenta.
In questo caso, crediamo, che sottintendono motivazioni diverse e convergenti alla richiesta che da più parti arriva per cambiare la legge.
In primo luogo la riluttanza di ambedue gli schieramenti a tornare dagli elettori con una legge che obbliga al “rassemblement“ le diverse anime della stessa area, le quali pur di incassare il premio di maggioranza, mortificano le diverse sensibilità presenti al loro interno, con il rischio che la camicia di forza poi imploda alle prime difficoltà. I neo eletti (nominati) che preferiscono impegnarsi in un percorso di riforma, che presumibilmente avrebbe una durata di qualche anno, la qual cosa, gli consentirebbe di completare la legislatura e incassare il diritto al vitalizio. L’incertezza, per molti parlamentari di essere rimessi in lista, con il cambio di forze intervenuto all’interno di tutti gli schieramenti e la conseguente resa dei conti. Il giudizio e il malcontento degli elettori, per gli impegni presi e non mantenuti. Insomma, con buona pace della Lega, tutti hanno imparato le tradizioni borboniche: da “facimm ammuina” alla sceneggiata fino ai nostri giorni con il teatrino della politica, come dire che: cambiano i musicanti ma la musica è la stessa.
Certamente l’attuale legge elettorale ha prodotto, in una società predisposta, tanti guasti. Non è solo il problema della mancata scelta e valutazione dell’eletto, (perché tutti nominati dal capo) ma cosa ben più grave il livellamento verso il basso di molti componenti della classe politica, delle loro segreterie e dei componenti nominati nei CdA delle società pubbliche che avvengono no su base meritocratica ma bensì di affidabilità. Normalmente chi ha una propria testa e una sua capacità di giudizio mette paura a chi lo deve scegliere come collaboratore, un po’ in tutti i settori, si preferisce padroneggiare le situazioni,evitare confronti critici avvalendosi di yesman spesso inadeguati, con il risultato che, certamente non ci saranno i parricidi e la crescita di nuovi leader come in passato, ma la qualità prodotta da costoro sarà certamente infima. Nessuna nuova, buona nuova, recita un vecchio detto.
Una riprova l’abbiamo in questi giorni con la cosi detta P4. Non sappiamo ancora quali   reati i magistrati contesteranno ai soggetti coinvolti, ma una cosa già è chiara: siamo in presenza di soggetti politicamente endogeni che non avendo una forte base di consenso, dal quale trarre la forza per sostenere posizioni e aspirazioni, cercano di supplirlo rivolgendosi a soggetti che delle relazioni personali ne hanno fatto una professione e quindi secondo la buona tradizione, molto italiana, sono alla ricerca di una raccomandazione (il classico amico dell’amico) o di un consiglio per evitare di entrare in rotta di collisione con interessi contrapposti. Fenomeno sociale che è presente in tutti gli ambienti lavorativi.
Il vero problema è che è venuta a mancare la funzione primaria della politica: “la credibilità” che consentiva di avere quell’autorevolezza per scrivere e fissare le regole del gioco a cui tutti i protagonisti della vita sociale dovevano attenersi, quello che ci si può augurare è che almeno i politici, scelgano bravi e capaci consulenti .
Poco importa se le motivazioni per arrivare ad una nuova Legge, sono di altra natura, la crescente domanda dei cittadini che vogliono tornare a votare solo dopo aver valutato l’operato di coloro che saranno chiamati a rappresentarli e non quelli scelti dal capo per l’affidabilità nei suoi confronti,  è di ristabilire il principio: Vedo! Valuto! Voto!
        

Articolo Articolo    Storico News     Stampa Stampa    Invia articolo Invia   Condividi Condividi
 
# 1
La preferenza stabilisce il rapporto tra eletto ed elettore, la nomina stabilisce il rapporto tra letto (le amanti spedite in parlamento e nei consigli) e lettore (noi fessi a cui raccontano balle). Quanta differenza fà una vocale...
Di  Grilloparlante  (inviato il 25/06/2011 @ 22:00:09)
# 2
e proprio x qusto che possiamo dimenticarci di votare
Di  Anonimo  (inviato il 10/07/2011 @ 16:04:48)

Commenta anche tu.
Digita le due parole qui sotto separate da uno spazio. Se non riesci ad interpretarle, puoi cambiarle cliccando qui
Testo (max 1000 caratteri)
Nome
e-Mail


Disclaimer
L'indirizzo IP del mittente viene registrato, in ogni caso si raccomanda la buona educazione.