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Il nome che manca
Di Lupoalfeo (del 02/04/2013 @ 23:41:44, in Parliamo di...)
Ad oltre un mese del risultato elettorale non abbiamo ancora un governo ma una semplice commissione di saggi chiamati dal Presidente a sbrogliare una matassa che i partiti con i loro personalismi hanno reso piuttosto ingarbugliata.
“Un Paese che non sa fare gioco di squadra e vive in un clima perenne di incontro mancato, dove domina la frammentazione delle correnti politiche e nel quale si preferisce notare ciò che ci separa anziché quello che ci unisce e si tende a potenziare il conflitto invece dell’accordo”; è questa la fotografia fatta dal Cardinal Bergoglio che non si riferiva all’’Italia ma all’Argentina. L’abbiamo fatta nostra, non per tirargli la giacchetta, ma semplicemente perché la riteniamo di una sconcertante attualità se riferita all’Italia.
Con un quadro del genere cos’altro poteva fare una persona responsabile come il nostro Presidente se non rimanere al suo posto e prendere tempo? Qualunque altra iniziativa avrebbe messo il Paese in una posizione di vulnerabilità estrema. Sia dal punto di vista politico, con i falchi che si sarebbero alzati subito in volo per andare a regolare conti personali in sospeso, sia economico con i mercati che non capendo le ragioni addotte  da Bersani e da Vendola, non parlando la loro lingua, sarebbero andati immediatamente in corto circuito, il tutto in assenza di qualunque riferimento politico istituzionale legittimato.
La necessità dunque di raffreddare un clima pericoloso e lascare il tempo alle colombe dei rispettivi schieramenti di poter nidificare, ha trovato in questo percorso inedito la soluzione. Troviamo l’escamotage di Napolitano di una saggezza unica! 
La commissione dei saggi, con il compito di favorire l’ascolto tra sordi, a nostro modesto avviso, manca di un nome quello del più saggio di tutti: NAPOLITANO! Con il suo senso dello Stato, del ruolo, e della funzione, non dimettendosi ha assicurato un timone alla crisi, nel mare degli irresponsabili, preservato anche  la possibilità di una sua rielezione, magari per il solo tempo necessario per fare quanto è indispensabile in economica e per le istituzioni . Siamo certi che se il Paese ne avesse bisogno non si tirerebbe indietro, anche se adesso è stato lasciato solo.
Se poi nemmeno questo percorso produrrà dei risultati utili alla ripartenza, non ci resta che attingere ancora alla storia della Chiesa e precisamente a quanto avvenne intorno al 1270.
In quella occasione si doveva procedere all’elezione del Papa, le forti contrapposizioni tra cardinali che non riuscivano a trovare un accordo spinsero i cittadini di Viterbo, a quel tempo sede papale, a chiuderli a chiave nella sala a pane e acqua in attesa che scegliessero un successore di Pietro. A questo evento si deve il termine di “conclave”.
Bene, è arrivato il momento di cooptare la procedura del conclave anche in politica. Non possono più permettersi di continuare a farci morire un po’ ogni giorno perché a loro sia permesso di poter fare gli schifiltosi.
        

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# 1
evidentemente non conoscete bene la storia di Napolitano, ripassatela
Di  Anonimo  (inviato il 03/04/2013 @ 08:40:40)
# 2
caro anonimo, chi vive puo' sbagliare, chi crede di non aver fatto alcun errore e' perche' non si e' mai esposto non ha mai rischiato dagli errori si impara e Napolitano e' sicuramente
uno che ha fatto tanto e nel corso della sua vita avra' anche sbagliato ma ora mi piace molto ed e' sicuramente un saggio
Di  ciclamini  (inviato il 03/04/2013 @ 11:21:01)
# 3
Lo ammetto, sono uno di quelli che non conosce la storia di Napolitano, impegnato come sono tutti i giorni a sopravvivere al presente, ma mi chiedo cosa avrebbe potuto fare di diverso, quando si ha di fronte una compagine di immaturi attempati impegnati a litigarsi le caramelle mentre la casa va in rovina. Altro che Napolitano, ci vorrebbe lo Spirito Santo
Di  Franco  (inviato il 03/04/2013 @ 11:40:08)
# 4
Non mi sembra una lezione di storia masemplicemte il commento di un fatto!
Di  Anonimo  (inviato il 03/04/2013 @ 12:45:25)
# 5
A proposito dell'invasione dell'Ungheria nel nov. 1956 scriveva: "Come si può, ad esempio, non polemizzare aspramente col compagno Giolitti quando egli afferma che oltre che in Polonia anche in Ungheria hanno difeso il partito non quelli che hanno taciuto ma quelli che hanno criticato? E' assurdo oggi continuare a negare che all'interno del partito ungherese - in contrapposto agli errori gravi del gruppo dirigente, errori che noi abbiamo denunciato come causa prima dei drammatici avvenimenti verificatisi in quel paese - non ci si è limitati a sviluppare la critica, ma si è scatenata una lotta disgregatrice, di fazioni, giungendo a fare appello alle masse contro il partito. E' assurdo oggi continuare a negare che questa azione disgregatrice sia stata, in uno con gli errori del gruppo dirigente, la causa della tragedia ungherese.
Il compagno Giolitti ha detto di essersi convinto che il processo di distensione non è irreversibile, pur continuando a ritenere, come riteniamo tutti noi, che la distensione e la coesistenza debbano rimanere il nostro obiettivo, l'obiettivo della nostra lotta. Ma poi ci ha detto che l'intervento sovietico poteva giustificarsi solo in funzione della politica dei blocchi contrapposti, quasi lasciandoci intendere - e qui sarebbe stato meglio che, senza cadere lui nella doppiezza che ha di continuo rimproverato agli altri, si fosse più chiaramente pronunciato - che l'intervento sovietico si giustifica solo dal punto di vista delle esigenze militari e strategiche dell'Unione Sovietica; senza vedere come nel quadro della aggravata situazione internazionale, del pericolo del ritorno alla guerra fredda non solo ma dello scatenamento di una guerra calda, l'intervento sovietico in Ungheria, evitando che nel cuore d'Europa si creasse un focolaio di provocazioni e permettendo all'Urss di intervenire con decisione e con forza per fermare la aggressione imperialista nel Medio Oriente abbia contribuito, o
Di  Anonimo  (inviato il 03/04/2013 @ 15:25:42)
# 6
in misura decisiva, non già a difendere solo gli interessi militari e strategici dell'Urss ma a salvare la pace nel mondo.


Di  Anonimo  (inviato il 03/04/2013 @ 15:27:26)
# 7
Il Compagno Napolitano è stato comunista, ma pure Gasparri è stato fascista e Berlusconi socialista. Tutte storie fallimentari finite (male) il secolo scorso. Speriamo che il nuovo Presidente non sia gattopardista
Di  Amedeo Volpe  (inviato il 03/04/2013 @ 22:03:03)
# 8
Sono daccordo, chiudiamoli dentro e se non decidono qualcosa di buono ce li lasciamo!!!!
Di  Amedeo  (inviato il 03/04/2013 @ 23:49:21)
# 9
Uauuu!!!! ha funzionato! Sono stato intervistato da Mannheimer gli ho suggerito la proposta che avevo letto di chiudere in coclave i politici a lui è piacita e l'ha detta a Porta a Porta... Che sballo ragazzi se veramente loa mettesserò in atto.
Di  Di Clemente  (inviato il 10/04/2013 @ 16:10:04)

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