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La politica ospite del "grande fratello"
Di Lupoalfeo (del 02/12/2010 @ 18:56:40, in Parliamo di...)
La mancanza di una politica economica europea ha consentito che le attività produttive, dei singoli paesi, fossero aggredite da una concorrenza sleale fatta dalla Cina che, ricavandone ingenti risorse economiche, oggi le impiega comprando il debito degli Stati europei, cosi dopo l’economia gli stiamo consegnando   anche l’indipendenza economica.
La crisi di Grecia e Irlanda, anche se con cause diverse e forse di Portogallo e Spagna ci obbligano a riflettere.
Se per un verso la trasparenza e il rispetto delle libertà sono una conquista delle democrazie, dall’altro dobbiamo accettare che ne rappresentino il tallone d’Achille al quale possiamo mettere rimedio solo governando responsabilmente nell’interesse della comunità e proponendoci positivamente nella condivisione delle problematiche.
La debolezza di una politica, basata sul discredito e il pettegolezzo, ormai fenomeno internazionale con l’entrata in scena di Wikileaks, sempre più assomiglia al “Grande Fratello”  offrendo una rappresentazione di estrema precarietà della stabilità politica, deleteria per i mercati e che potrebbe innescare quella crisi che, oggi, se guardiamo i conti di questo Paese non c’è.
Sempre più si sente parlare di “Governo di responsabilità”.
E’ responsabile salire sui tetti e solidarizzare con i ricercatori che protestano per poi votare contro l’emendamento che avrebbe spostato parte delle risorse dal finanziamento dei partiti a costoro?
E’ responsabile chiedere le dimissioni del Presidente del Consiglio per soddisfare le aspettative della maggioranza dei segretari dei partiti anziché quelle degli elettori?
E’ responsabile valutare l’azione di un Governo per lo sputtanamento mediatico che si fa nel delegittimare chi lo guida?
Dalla notte dei tempi sempre storie di letto si sono intrecciate con il potere, Vespa ci ha fatto anche un libro, solo che la riservatezza e il valore che si dava ai temi in agenda del governo non accendevano la pruderie del grande publico, e non c’era l’auditel.
In Italia ormai ci hanno abituato che votare non vuol dire scegliere, specie se il risultato non è conforme alla volontà dei “Grandi Saggi”, così è stato per il finanziamento pubblico ai partiti, la responsabilità civile della magistratura ed adesso anche per il premier.
Se questa è la rappresentazione della politica, dove la coerenza e la responsabilità sono state esiliate, è naturale che sempre più persone scelgono il “Non Voto”.
        

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# 1
e' cosi' difficile pensare che tutto e' tutti siano inaffidabili, ma di chi dobbiamo avere fiducia ? tutto e' il contrario di tutto , non si capisce piu' cosa e' vero e cosa non lo e' . C'e' un solo Dio il potere e in nome di questo si sacrifica qualsiasi cosa, questo mi da smarrimento e a questo punto faccio parte di quelli che scelgono il non voto
Di  PB  (inviato il 03/12/2010 @ 08:36:29)
# 2
E' interessante affermare che la crisi, visti i conti, non c'è. Ma di quale conti state parlando? Di quelli che vengono diffusi al pubblico immagino, falsi come una banconota da un euro. E si, perchè in Italia il problema è che la stessa realtà esposta in pubblico è una grande commedia. I rifiuti che spariscono per poi ricomparire (erano stati sempre lì), le piazze da centomila posti riempite da milioni di manifestanti, i dispacci diplomatici ed infine ma sopratutto i bilanci pubblici, dal più piccolo comune allo stato. Per quanto sarà possibile mentire ancora? Non sarà per questa grande balla che non c'è più il falso in bilancio? La cosa migliore è distrarre il più possibile il pubblico col gossip, ma questo può farlo solo chi ha i mezzi di distrazione pubblica, e tutti sappiamo di quante persone e di chi stiamo parlando. Finchè dura....
Di  Av  (inviato il 03/12/2010 @ 21:21:31)
# 3
Lo sp*****amento mediatico come lo chiamate voi può sembrare una cosa riprovevole, ma è riprovevole sapere la verità? Perchè alle persone dovrebbero essere celate alcune notizie invece di altre? L'elettore è padrone o no di giudicare da sè se gli esempi di vita privata sono coerenti con ciò che si fà o si dice? I politici si comporterebbero meglio se sapessero che le loro azioni prima o poi venissero rese note? Sopratutto, non credete che la responsabilità discenda dalla consapevolezza e non dalla ignoranza? Nel vostro intimo, siete sicuri che non sia importante conoscere con chi si ha a che fare? Come si può decidere di affidare la propria fiducia a chi non si conosce? Insomma, ho il diritto di sapere e di decidere se una notizia e importante o qualcuno deve decidere per me? Infine, non è forse più importante lottare per sapere il più possibile piuttosto che lamentarsi per quel poco e a volte pilotato che ci è dato sapere? Gradirei qualche risposta dai lettori del sito.
Di  Franco  (inviato il 04/12/2010 @ 17:54:44)
# 4
Il modo migliore per non informare è dare molte, troppe notizie. I veri padroni del sapere collettivo sono così i detentori dei mass media, i quali offrono le notizie che vogliono diffondere e fabbricano notizie a valanga ogni qualvolta diventi necessario distrarre il pubblico. Così quando pensiamo di aver capito tutto, in realtà non abbiamo capito niente. Rassegnatevi, è un gioco per pochi. Perchè loro sono loro e noi non siamo un c..... Io non gioco più al loro gioco, fatelo anche voi!
Di  Grilloparlante  (inviato il 05/12/2010 @ 00:36:03)
# 5
Oggi ci accorgiamo sempre di piu' del potere forte dei media, che tendono a parlare dei gossip dei nostri governanti per deviare l'attenzione dell'informazione su altre cose meno importanti, considerando che la politica non e' in grado di dare risposte concrete ai cittadini. La politica del fare non esiste, ma si tende a deligittimare l'uno o l'altro con altri sistemi, che poi vengono criticati da chi e' l'artefice. Ebbene vedo all'orizzonte che sta' prendendo sempre piu' piede il popolo del non voto,il popolo che non si fida piu' di nessuno ed aspetta che ci siano segnali futuri piu' concreti.
Di  piano a.  (inviato il 05/12/2010 @ 13:24:06)
# 6
Si ha la netta impressione che lo Stato sia economicamente fallito ma che non ci venga detto per paura di una eventuale reazione della gente. Ce ne accorgiamo nel nostro portafogli giorno dopo giorno ma il processo è lento e quasi impercettibile mentre siamo distratti da una montagna di notizie farsa per il nostro diletto quotidiano. Ma piano piano la verità uscirà fuori e la Grecia e l'Irlanda saranno briciole rispetto al tonfo italiano. Quel giorno, le persone che non avremo votato ci ringrazieranno!
Di  Anonimo  (inviato il 05/12/2010 @ 20:19:11)

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